Aver "concentrato le cure ospedaliere in grandi strutture specializzate riducendo quelle minori, che per numero di casi e per disponibilità di tecnologie non garantivano adeguati risultati di cura", nell'epidemia di Covid-19 ha mostrato tutte le sue conseguenza "dannose", ovvero "la mancanza di un efficace sistema di assistenza sul territorio" che "ha lasciato la popolazione senza protezioni adeguate".

Lo scrive la Corte dei Conti in un approfondimento sulla sanità contenuto nell'ultimo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica.

"È infatti sempre più evidente che un'adeguata rete di assistenza sul territorio - si legge nel documento - non è solo una questione di civiltà a fronte delle difficoltà del singolo e delle persone con disabilità e cronicità, ma rappresenta l'unico strumento di difesa per affrontare e contenere con rapidità fenomeni come quello che stiamo combattendo".

LA FUGA DEI CERVELLI - Grave anche la "fuga" dall'Italia dei medici italiani, per mancanza di posti e bassi stipendi.

Secondo quanto riportato dalla Corte dei Conti, in base ai dati Ocse negli ultimi 8 anni, sono oltre 9mila i medici formatisi in Italia che sono andati a lavorare all'estero.

Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia sono i mercati che più degli altri hanno rappresentato una soluzione "alle legittime esigenze di occupazione e adeguata retribuzione quando non soddisfatte dal settore privato nazionale".

(Unioneonline/D)
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