Oggi a Roma, in Largo Giovanni XXIII, avrà luogo un sit-in per ricordare Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno del 1983, dopo una lezione di musica a Sant’Apollinare. Aveva 15 anni. Oggi sarebbe una donna, forse anche una madre ma la sua fanciullezza è stata inghiottita nel silenzio.

Nessuno ha dimenticato Emanuela e sono ancora tanti, troppi gli interrogativi che gravitano attorno a questa scomparsa. Banda della Magliana, Vaticano e misteriosi intrecci che negli anni si sono stratificati fino a creare un muro solido e invalicabile, quasi impossibile da sgretolare o scavalcare. Chi l'ha rapita? Perché? Domande che attendono risposte da più di 30 anni. Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, non si è mai arreso di fronte ai silenzi che hanno ostacolato la verità. Nel giorno del compleanno della sorella, è sceso nuovamente lungo le strade di Roma per gridare a gran voce verità e giustizia per Emanuela.

Pietro Orlandi ci ha sottolineato che "questo sit-in nasce non solo con l’intento di ricordare Emanuela nel giorno del suo compleanno, ma soprattutto per continuare a tenere alta l’attenzione su questa vicenda affinché non venga dimenticata. Troppe sono le persone che tengono occultata la verità, troppa ipocrisia, troppa omertà per coprire le responsabilità di chissà chi. Mi domando sempre come possano queste persone vivere con questo peso per tanti anni, sperando che prima o poi tutto venga dimenticato. Beh, questa è una cosa che devono togliersi dalla testa perché non accadrà mai".

"Da diversi anni organizzo sempre due sit-in, grazie anche all’aiuto di amici che in questi anni mi sono stati vicino, in due date particolari, il 14 gennaio e il 22 giugno, giorno della scomparsa", aggiunge Orlandi sottolineando che "è molto importante tenere sempre alta l’attenzione, che si tratti di Emanuela o di qualsiasi altra scomparsa, perché se svanisce il ricordo, con esso svanisce anche la possibilità di arrivare alla Verità e alla Giustizia e questo non voglio che accada, farò di tutto".

"Io spero che possa passare il messaggio e con esso possa diffondersi sempre più l’idea che nessuna ingiustizia possa mai essere accettata passivamente, che sia passato un giorno o 37 anni come nel caso di Emanuela. La verità e la Giustizia sono un diritto che nessuno potrà mai toglierci perché sono due principi fondamentali per ogni stato che si reputi civile", ha concluso Pietro Orlandi.

Angelo Barraco
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