"Ugo e il mio cliente hanno tentato la rapina per racimolare soldi che servivano per andare in discoteca".

Lo ha detto l'avvocato Mario Bruno, legale del 17enne che la notte tra sabato e domenica scorsi era in compagnia di Ugo Russo, il ragazzino di 15 anni rimasto ucciso dai colpi d'arma da fuoco esplosi dal carabinieri di 23 anni a cui i giovani volevano sottrarre il Rolex.

"Il ragazzo - aggiunge il legale - ha confermato che era la prima volta che commetteva un'azione di questo genere, e che quella sera non aveva compiuto altre rapine prima di quella sfociata in tragedia".

Oggi, nel Tribunale dei Minorenni di Napoli, il gip Draetta ha convalidato - al termine dell'interrogatorio di garanzia - il provvedimento di fermo e disposto il collocamento del ragazzo in una comunità di recupero dove sarà trasferito già nel pomeriggio.

Ed è tornato a parlare Vincenzo Russo, il papà del 15enne ucciso, che ha lanciato un appello a coloro che parteciperanno ai funerali: "Chiunque volesse portare un fiore per mio figlio faccia invece un'offerta all'ospedale Pellegrini e titolo di risarcimento per quanto accaduto subito dopo la sua morte".

Il carabiniere che ha aperto il fuoco è indagato per omicidio volontario, ma "non è una vittoria per noi e non lo è per nessuno", precisa il papà della vittima. "La vittoria per me sarebbe stata riavere mio figlio a casa".

Infine, sulla collanina che Ugo aveva in tasca quando è morto, che in molti hanno pensato fosse il bottino di una rapina precedente, l'uomo precisa: "Era sua, ci sono tante foto che lo dimostrano". Resta invece da capire di chi sia l'orologio, trovato nella stessa tasca del giubbotto del giovane dai sanitari che per primi lo hanno soccorso.

(Unioneonline/L)
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