È di Giulia Cecchettin il cadavere trovato stamattina nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Lo confermano la procura di Venezia e i carabinieri.

Il corpo è stato recuperato in un canalone tra la zona del lago e Piancavallo. La scoperta è stata fatta stamattina dai Vigili del fuoco durante le ricerche della ragazza e dell’ex fidanzato Filippo Turetta, scomparsi una settimana fa da Vigonovo, in provincia di Venezia. 

Gettata per 50 metri

Stando ai risultati dei primi rilievi il responsabile del delitto l'ha uccisa con svariate coltellate alla testa e al collo. Poi l’ha abbandonata al bordo della strada e l'ha lasciata rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri, fino a quando il corpo  si è fermato nel fondo del canalone. La strada dove è stata trovata Giulia, nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile, perché impraticabile. Circostanza che, viene fatto notare, non è detto che il giovane conoscesse.

Nessuna traccia invece di Filippo Turetta né della sua auto. In un primo momento è circolata la voce che nei pressi del luogo in cui è stato trovato il cadavere c’era una Punto nera uguale a quella del 22enne, circostanza poi  smentita dai carabinieri. La sua auto avrebbe fatto ingresso in Austria. 

L’appello

Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha lanciato un appello al ragazzo dai microfoni del Tg1: «Costituisciti così da poter dare la tua versione dei fatti». «Speravamo di non dover dare questa notizia – ha aggiunto – ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca».

Il video

I due erano svaniti nel nulla sabato scorso. Le tante paure sulla sorte della ragazza sono aumentate ieri, quando si è appreso che in un filmato delle telecamere di videosorveglianza di un’attività commerciale di Vigonovo, il loro paese di residenza, si vede lui che aggredisce lei, per poi caricarla in auto sanguinante

L’avvocato

«Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell'ordine», ha detto in una breve dichiarazione davanti alla villetta dei Cecchettin l'avvocato Stefano Tigani che, con l'associazione Penelope, sta assistendo la famiglia. «I love you», ha scritto la sorella Elena pubblicando su Instagram una foto che la ritrae assieme a Giulia.

Le ricerche

Le ricerche che hanno portato al rinvenimento del cadavere erano riprese oggi nella zona del lago di Barcis non su un input specifico, ma seguendo la procedura di controlli, anche dopo esiti inizialmente negativi, degli investigatori. La zona di Barcis si trova infatti lungo la direttrice che avrebbe seguito nella fuga – tracciata dai varchi elettronici - la Fiat Punto nera di Filippo Turetta.

Il cellulare del giovane 

Intanto il cellulare di Turetta (su di lui ora  pende un mandato di cattura internazionale) risulta essere ancora on line. Questo però non significa che il giovane lo abbia usato, o lo stia usando.

Il telefono risulta infatti disattivato, ma proprio per ragioni di server può ricevere messaggi anche whatsapp. Il mittente vede semplicemente la doppia spunta grigia, conferma (come avviene per le Pec) che il server di Meta ha messo a disposizione per il messaggio al destinatario. È questa la spiegazione che l'avvocato del ragazzo, Emanuele Compagno, ha dato  rispetto a notizie di stampa su una presunta attività del telefono del 22enne. 

Così come i genitori del ragazzo avevano provato a inviargli dei messaggi, senza avere risposta, anche la sorella di Giulia, Elena, ha tentato in questi giorni di inviare messaggi al numero whatsapp di Filippo, avendo però solo la conferma che questi venivano 'recapitati', non letti (doppia spunta verde). 

I genitori di Turetta

«Filippo, consegnati alle forze dell'ordine, così puoi spiegare cos'è successo». È il messaggio che la famiglia Turetta ha fatto lanciare in serata  attraverso il legale, Emanuele Compagno, al figlio in fuga da 7 giorni, ora accusato dell'omicidio di Giulia. «Quando ho detto ai Turetta del ritrovamento del corpo è crollato loro il mondo addosso»,  ha aggiunto l'avvocato sottolineando che i familiari hanno espresso vicinanza alla famiglia della giovane. «Sono molto scossi e provati. È un dramma che non si aspettavano, non avrebbero mai immaginato queste accuse nei confronti del figlio».

(Unioneonline)

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