Nei 41 articoli del Decreto sicurezza - finito ieri nelle mani di Sergio Mattarella, sarà infatti il presidente della Repubblica, se non evidenzierà rilievi, a procedere alla sua emanazione e alla successiva pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale - figurano significative modifiche rispetto al testo approvato il 24 settembre.

A cambiare non è solo il nome dell'articolo 10 (da "sospensione del procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale" a "procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale") ed è un giallo perché il Viminale, che ha inviato il testo al Quirinale, nega che vi siano state modifiche dopo fine settembre.

L'articolo che norma la stop alla protezione internazionale a migranti che siano stati condannati, anche solo in primo grado, per una serie di reati, è stato ammorbito.

Inizialmente era prevista la sospensione della domanda di asilo e l'espulsione, dopo la condanna in primo grado, ora c'è un'accelerazione dell'esame davanti alla Commissione territoriale, quindi nessun automatismo ma una valutazione dopo aver sentito il diretto interessato.

Si tratta di un "ammorbidimento" per evitare rilievi di natura costituzionali?

Dal canto suo il Viminale insiste e afferma che nulla è cambiato rispetto al testo iniziale.

Lo stesso ministro e vicepremier Matteo Salvini torna a definire il decreto "un passo in avanti verso un Paese normale. Il richiedente asilo commette un reato? Immediata convocazione in Commissione, sospensione ed espulsione, questo accadrà".

Alcune modifiche sono stata apportate anche sulla clausola finanziaria.

(Unioneonline/s.a.)

© Riproduzione riservata