Sono in totale 11 le segnalazioni sui casi di epatite acuta pediatrica sconosciuta, arrivate finora da diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto). Lo fa sapere il ministero della Salute in una circolare inviata oggi alle regioni, alle strutture sanitarie e ai medici, specificando che due casi sono già confermati.

Oltre a loro ce ne sono quattro "sospetti" (gli esami sono al momento in corso o non definiti) e due "possibili" (età superiore ai 10 anni), a uno dei quali è stato eseguito un trapianto.

Tra le ipotesi in corso di verifica vi è quella di un legame con il Covid-19 o con altre forme di infezioni virali, come quella da adenovirus, anche se una positività per adenovirus o per SARS-CoV-2 è stata per ora riportata solo in due casi sospetti. "Il ruolo degli adenovirus in queste forme ipotizzato nel Regno Unito non è però confermato", viene aggiunto.

“NESSUN LEGAME CON I VACCINI” – Quanto ai presunti legami con la campagna vaccinale contro il coronavirus, "non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un'eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l'ipotesi infettiva la più probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei casi. Sono state avviate, e sono in corso, anche indagini tossicologiche".

Il ministero della Salute sollecita la segnalazione di ogni eventuale caso di epatite acuta: "Si raccomanda, in questa fase, volendo privilegiare sensibilità rispetto a specificità, di valutare ed eventualmente segnalare anche i casi parzialmente rispondenti alla definizione di caso. Si raccomanda altresì di prevedere in ogni caso la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario". 

IL BIMBO DI PRATO – Tra i pazienti in esame c’è un bimbo di 3 anni residente a Prato: dopo un ricovero all'ospedale Meyer di Firenze è stato trasportato all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nel timore di doverlo sottoporre ad un trapianto di fegato poi scongiurato.

"Il bambino è arrivato con una crisi respiratoria e dolore all'addome: è stato ricoverato la sera di mercoledì ed è peggiorato in modo improvviso il giovedì mattina. Non aveva sintomi riconducibili all'epatite. È dalle analisi al fegato che che si è poi capito che poteva trattarsi di un caso sospetto di epatite acuta pediatrica", ha spiegato Pier Luigi Vasarri, il primario di pediatria dell'ospedale Santo Stefano di Prato che ha avuto in cura il piccolo.

La malattia colpisce i bambini sotto i dieci anni e in tutto il mondo si sarebbero verificati circa un centinaio di casi, di cui una settantina nel Regno Unito e nove negli Usa. Ogni anno ci sono casi di epatiti la cui origine non è nota ma è la frequenza di queste segnalazioni che ha fatto scattare l'allerta. Fra i sintomi più comuni, l'ingiallimento della pelle e della sclera degli occhi, dolore nella parte alta destra dell'addome, nausea e vomito.

(Unioneonline/D)

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