Un omicidio lucido e pianificato secondo gli inquirenti, qualcosa di cui neanche lei si è resa conto secondo la difesa di Martina Patti, madre di 23 anni che ha ucciso la figlia Elena, di 5, e ne ha inscenato il rapimento prima di crollare, messa di fronte alle mille contraddizioni della sua testimonianza.

Ha ammesso le colpe e ha detto di aver agito da sola, gli stessi inquirenti parlano di un “orrendo crimine commesso in maniera solitaria”, ma sul movente ha fatto scena muta.

“E’ rimasta sul vago – spiegano i carabinieri -, come se non si fosse resa conto di quel che ha fatto, come se avesse detto ‘l’ho fatto ma non so perché’”.

UN OMICIDIO PREMEDITATO, IL MOVENTE LA GELOSIA

Per gli investigatori un movente c’è, la gelosia nei confronti dell’attuale convivente del padre della piccola, il suo ex compagno Alessandro Del Pozzo, 24 anni. La piccola Elena provava affetto per quella che sarebbe presto diventata la sua matrigna e lei “non tollerava che vi si affezionasse”.

Un’indagine che ha portato alla luce un “triste quadro familiare”: dietro una gestione “apparentemente serena” della bambina c’erano invece liti a tensioni. Una rabbia covata a lungo, fino a portarla a premeditare il delitto con un piano studiato nei dettagli.

La scintilla potrebbe essere scattata la sera prima dell’omicidio. Elena l’aveva trascorsa coi nonni paterni, era felice con loro e con la nuova compagna del papà. Aveva anche dormito lì, l’indomani la zia l’ha accompagnata all’asilo e la madre è andata a riprenderla alle 13.30 per poi tornare a casa, a Mascialucia. Poco dopo Martina è uscita nuovamente con l’auto per creare un diversivo, quindi è ritornata a casa. In quel lasso di tempo ha ucciso la piccola con un coltello da cucina (non trovato), colpendola sette volte quando la bimba era di spalle, ha nascosto il corpicino in cinque sacchi di plastica neri e lo ha semi sotterrato con una pala e un piccone in un terreno vicino casa.

Elena Del Pozzo (foto Facebook)
Elena Del Pozzo (foto Facebook)
Elena Del Pozzo (foto Facebook)

Poi è scattata la messa in scena del falso sequestro. Lo ha associato ad alcune minacce che nel 2021 l'ex convivente aveva trovato davanti al cancello di casa per una rapina per la quale Del Pozzo era stato arrestato nel 2020 e poi assolto per non avere commesso il fatto. Una versione che non ha convinto gli investigatori e che è stata subito smentita dalle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza della zona interessata. Non c’era alcun commando armato che ha sequestrato la bimba nell’orario e nel luogo indicato da Martina. Così la giovane donna, messa sotto pressione per ore, ha confessato.

Disposta l’autopsia per stabilire con certezza come è morta Elena, un primo esame “ha evidenziato ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare”.

LA DIFESA

Il legale della donna, avvocato Gabriele Celesti, parla di un “interrogatorio drammatico”, di una “donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare”, agendo come se “qualcuno si fosse impadronito di lei” e dimostrandosi “tutt’altro che fredda e calcolatrice”. La stessa Martina ha detto a chi la interrogava: “Qualcuno si era impadronito di me”.

Farò incontrare la mia assistita con uno psichiatra di fama - aggiunge il penalista - per verificare le sue condizioni e dopo decideremo sulla perizia. Devo dare atto di grande correttezza ai carabinieri e alla Procura”.

I nonni e la zia paterna della piccola (Ansa)
I nonni e la zia paterna della piccola (Ansa)
I nonni e la zia paterna della piccola (Ansa)

LA DISPERAZIONE DEI NONNI

Nel campo in cui è stato ritrovato il corpicino di Elena sono arrivati i nonni paterni, sconvolti e in lacrime. “Non si poteva immaginare quello che è successo - dice il nonno, Giovanni Dal Pozzo - mi sembra tutto così strano, assurdo. La madre di Elena era una ragazza molto chiusa, ma non riesco a spiegarmi il motivo di quello che è accaduto. Ma adesso chi è stato deve pagare, anche chi l'ha eventualmente aiutata”. La zia paterna, Martina Vanessa Del Pozzo, accusa la cognata esplicitamente: “Martina Patti voleva incastrare mio fratello”. E la nonna materna porta alla luce un episodio: “Ricordo un giorno in cui la stava picchiando fortissimo e siamo dovuti intervenire per togliergliela letteralmente dalle mani”.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata