Dai vip ai politici ai più celebri sportivi, si allarga la lista dei nomi di personalità sbirciate attraverso il database delle segnalazioni di operazioni sospette, una vicenda sulla quale la procura di Perugia è solo all'inizio delle proprie indagini: una quindicina gli iscritti nel registro degli indagati compresi il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano, presunto autore di centinaia di accessi abusivi, e Antonio Laudati, già sostituto alla procura nazionale antimafia.

E adesso il caso finisce sul banco delle commissioni parlamentari di inchiesta e del Consiglio superiore della magistratura.

Gli stessi procuratori di Perugia Raffaele Cantone e dell'Antimafia Giovanni Melillo hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commissione antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Richieste non casuali. Il primo è il capo dell'ufficio titolare dell'inchiesta mentre il secondo è l'attuale numero uno della Direzione nazionale antimafia, per la quale avevano prestato servizio i due indagati chiave: Pasquale Striano, il finanziere al quale vengono contestati centinai di accessi abusivi alla banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette, e Antonio Laudati, ex sostituto procuratore dell'antimafia, il quale guidava la struttura che riceveva le cosiddette 'Sos' (segnalazioni operazioni sospette).

All'epoca dei fatti il procuratore capo della Dna era Federico Cafiero de Raho, oggi deputato del Movimento Cinque Stelle, il quale nei mesi scorsi aveva già negato categoricamente l'esistenza di una centrale di dossieraggio interna alla direzione nazionale antimafia. In queste ore Melillo e Cantone considerano però "doveroso" chiedere di valutare "con l'urgenza del caso" la loro audizione, che considerano appunto "necessaria alle valutazioni riservate" di Csm, Copasir e Commissione antimafia.

Nel frattempo è stata completata ed è già agli atti della procura di Perugia l'analisi dei supporti informatici sequestrati a Pasquale Striano nell'ambito dell'indagine. Dalle verifiche tecniche fatte svolgere dai magistrati di Roma nella prima fase del procedimento sarebbero emersi elementi ritenuti utili per l'inchiesta. Dagli inquirenti non viene comunque escluso che alcuni file possano essere stati cancellati prima del sequestro.

La Lega, secondo cui sarebbero stati setacciati i dati soprattutto di cittadini di centrodestra e in particolare politici e persone vicine al Carroccio, chiede invece al Copasir di approfondire la questione «in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell'Antimafia. Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia». Per il il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, il quale invoca anche una pronuncia del Consiglio superiore della magistratura sui fatti e chiede un'immediata ispezione alla Procura nazionale antimafia, si tratta di uno scandalo degno di una bicamerale. 

I NOMI – Nei capi d'accusa finora noti si parla, fra gli spiati, della ministra cagliaritana Marina Elvira Calderone, e con lei i “colleghi” Guido Crosetto, Francesco Lollobrigida, Gilberto Pichetto Fratin, Adolfo Urso e Giuseppe Valditara. E ancora i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari. Ci sono poi il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, il vicepresidente della Camera, FdI, Fabio Rampelli, e l'eurodeputato dello stesso partito, Nicola Procaccini, il senatore Claudio Borghi della Lega, componente del Copasir, l'europarlamentare del carroccio Susanna Ceccardi, il commissario dello stesso partito in Sicilia Claudio Durigon e l'ex capo dipartimento del ministero dell'Istruzione, Giovanna Boda. Ma anche Marta Fascina, parlamentare di FI e ultima compagna di Silvio Berlusconi, e Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte. C'è poi Matteo Renzi tra coloro sui quali sono stati fatte le ricerche, così come Marco Carrai.

Spuntano inoltre Irene Pivetti, Claudio Velardi, Francesca Verdini, compagna di Matteo Salvini e figlia dell'ex senatore, e il fratello Tommaso Verdini, Michele Vietti, Lorenzo Cesa e Domenico Arcuri. Accessi abusivi contestati pure in relazione al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, a Francesco Gaetano Caltagirone, Vittorio Colao e Letizia Moratti, all’armatore Vincenzo Onorato.

Digitati pure i nomi di persone estranee al mondo della politica, come Fedez o, nel 2021, l'allora presidente della Juventus Andrea Agnelli, l'allenatore Massimiliano Allegri e il calciatore Cristiano Ronaldo, oltre al presidente della Figc Giuseppe Gravina. A Striano è contestato poi un accesso abusivo alla banca dati Serpico riguardante la Curia generalizia dei frati minori conventuali e dell'associazione culturale sportiva Ippocampo come anche al sistema Infocamere per diverse società.

Nell'elenco figurano inoltre Fabrizio Centofanti, già coinvolto nell'inchiesta sull'ex consigliere del Csm Luca Palamara, e l'avvocato Piero Amara. E anche Cecilia Marogna, la manager cagliaritana coinvolta nel caso Becciu.

Non manca il mondo scientifico con l'ex presidente dell'Aifa Giorgio Palù e il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute Francesco Vaia.

(Unioneonline/v.l.)

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