Gabriel Falloni, il 36enne in carcere a Brissogne, in provincia di Aosta, per l'omicidio della 32enne Elena Raluca Serban, "non è sicuramente una persona violenta".

Lo afferma il suo legale, l'avvocato Marco Palmieri del foro di Sassari, che lo ha già assistito in passati procedimenti penali, ma per fatti "di natura completamente diversa": “Uno era un episodio da vecchio atto di libidine – dice - una sorta di violenza sessuale però lieve, e l'altra è una storia molto dibattuta a dibattimento, con testimoni, al termine del quale è stato condannato".

"Diciamo - prosegue l'avvocato - che io sono abbastanza persuaso della sua innocenza, poi certo bisogna capire i riscontri anche scientifici. Non c'è dubbio che ci siano tracce sue lì, un dato certo, credo che ci sia, è che lui probabilmente si è recato lì, però bisogna verificarla questa cosa".

L'ultimo problema con la giustizia di Falloni - "un ragazzo che ha sempre lavorato", ricorda il suo avvocato - riguardava un furto in una chiesa a Sorso per il quale il procedimento è pendente. Con mandato di arresto internazionale (si trovava all'estero) era stato sottoposto a misura cautelare, per poi tornare in libertà "circa un anno fa".

IL DELITTO DI AOSTA – Nel caso del delitto di Aosta, su Falloni le indagini si sono concentrate già domenica sera e ora è "indagato con gravi indizi di colpevolezza a suo carico", ha spiegato il questore di Aosta Ivo Morelli. Le telecamere di videosorveglianza del palazzo in cui è morta Elena, appena fuori dal centro città, lo hanno ripreso alle 18.20 di sabato scorso. Parlava al telefono e poi è entrato nello stabile. Aveva probabilmente fissato un incontro con la giovane. E' uscito 35 minuti dopo, con in mano un borsone pieno.

Dopo il presunto delitto l’uomo è fuggito subito a Genova, forse nel vano tentativo di imbarcarsi per la Sardegna. Domenica, alle 20, una delle sue utenze telefoniche è stata localizzata nella zona del porto. E' lì che lo ha cercato per tre giorni il commissario capo Francesco Filograno, con alcuni dei suoi uomini della squadra Mobile di Aosta. 

Ieri la svolta: il cellulare di Falloni è stato nuovamente agganciato nel suo percorso di ritorno in Valle d'Aosta. Prima, in treno, fino a Torino e poi in taxi fino alle porte di Aosta, dove lo attendevano gli uomini della squadra Mobile con un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Aosta. 

(Unioneonline/D)

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