Emanuele Compagno, l’avvocato di Filippo Turetta, rinuncia al suo mandato: «Considero concluso con l'arrivo in Italia di Turetta il mio lavoro di difensore d'ufficio - ha detto - anche se lui stesso mi aveva nominato quale difensore di fiducia. Adesso il processo andrà avanti. Fin dall'inizio avevo detto ai familiari che sarebbe servito un legale di fiducia, e ho depositato la rinuncia». Il difensore di Turetta rimane quindi l'avvocato Giovanni Caruso.

Ieri il giovane che ha ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin è arrivato al carcere di Verona. Martedì si svolgerà l’interrogatorio davanti al gip durante il quale forse deciderà di confessare e di collaborare.

«È molto, molto provato, disorientato, anche se con lui sono riuscito ad avere un'interlocuzione accettabilmente comprensibile ed è in condizioni di salute accettabili», ha spiegato l'avvocato Giovanni Caruso, dopo il primo colloquio. Il ragazzo, ha aggiunto, «non ha detto sostanzialmente nulla, non abbiamo affrontato i dettagli. Di fronte a una vicenda così drammatica e tragica c'è stato un momento di presentazione reciproca».

Barba incolta, silenzioso, con un atteggiamento rassegnato e dimesso, occhi assenti e del tutto disinteressato a ciò che gli stava accadendo intorno. Così Turetta è apparso agli agenti del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia che lo hanno preso in consegna dalle autorità tedesche a Francoforte. Era ammanettato alle mani e ai piedi, come è prassi per motivi di sicurezza in Germania per le estradizioni dei detenuti che potrebbero fare gesti inconsulti e che sono ritenuti pericolosi.

In carcere ad Halle aveva già detto, in sostanza: «Ho ucciso la mia ragazza, volevo ammazzarmi ma non ho avuto il coraggio».

Ora sarà sorvegliato a vista 24 ore su 24 per evitare gesti autolesionistici.

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata