È stata "discriminatoria" la decisione della scuola che ha espulso uno studente con gravi disabilità.

Lo ha deciso il Tribunale di Milano dopo il ricorso della famiglia, supportata dal "Centro antidiscriminazione Franco Bomprezzi di Ledha-Lega per i diritti delle persone con disabilità".

Il giovane, allievo al secondo anno di un centro di formazione professionale dove frequentava il corso "Operatore della ristorazione-Preparazione pasti", si era visto prima ridurre le ore di lezione dai sei a quattro (poi da quattro a tre) al giorno, poi ricevere sanzioni disciplinari per problemi di comportamento. Infine l'espulsione.

Secondo i giudici, però, spettava alla scuola il compito di redigere per l'allievo un "piano educativo individualizzato". Ma questo non è stato fatto.

"La corretta adozione degli strumenti previsti dal legislatore - scrive il giudice nella sentenza depositata - avrebbe non solo verosimilmente consentito" alla scuola professionale "di contenere e gestire le intemperanze dell'alunno in maniera efficace e costruttiva", ma "in ultima analisi, avrebbe altresì escluso qualunque possibilità di censura a provvedimenti anche eventualmente pesanti, quali l'allontanamento, ove necessari per l'incolumità degli altri alunni o del corpo docenti".

"Siamo molti soddisfatti perché il Tribunale di Milano ha riconosciuto come discriminatorie tutte le condotte contestate dai genitori al Centro di formazione professionale", ha commentato l'avvocato Gaetano De Luca. La scuola è stata anche condannata a risarcire i genitori del ragazzo minorenne con 8mila euro.

(Unioneonline/D)
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