Rischia l’accusa di falsa testimonianza Davide Bove, amico di uno degli indagati per la morte di Serena Mollicone, Marco Mottola.
Secondo quanto riporta FrosinoneToday, Bove ha sempre detto di non ricordare cosa avesse fatto la mattina del primo giugno 2001, giorno della scomparsa di Serena, ma ieri improvvisamente ha riferito in aula di essere stato con l'imputato.

Alcune intercettazioni telefoniche però lo smentiscono: l’uomo quel giorno avrebbe avuto almeno una conversazione telefonica con Mottola. Il presidente della corte ha dunque disposto la trasmissione degli atti alla Procura ipotizzando la falsa testimonianza.

Nell'udienza, dalle testimonianze di amici della vittima, è emerso anche che ad Arce c'era all'epoca spaccio e consumo di droga.

Una teste, Gianna Milite, avrebbe ricordato come suo fratello acquistava e faceva uso di stupefacente assieme all'imputato "anche a casa del maresciallo". Prossima udienza il 24 settembre.

LA RICOSTRUZIONE – Serena Mollicone, secondo l’accusa, il giorno della scomparsa si era recata in caserma e ha avuto una discussione con Marco Mottola, figlio dell'allora comandante della stazione dell'Arma. Proprio lì, in un alloggio in disuso nella disponibilità dei Mottola, sarebbe stata aggredita. Dopo due giorni, in un boschetto ad Anitrella, è stata trovata morta con mani e piedi legati, la testa stretta in un sacchetto di plastica. 

(Unioneonline/D)

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