Un articolo sul delitto di Garlasco come altri centinaia che sono stati scritti da quel 13 agosto 2007 in cui Chiara Poggi, 26 anni appena, venne trovata morta nella villetta di Garlasco in cui abitava con la famiglia. Nulla di strano, se non fosse per l'autore, Andrea Sempio. Due volte indagato, e due volte prosciolto, il 37enne è finito sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Pavia, dove comparirà martedì pomeriggio per essere interrogato.

Nello stesso giorno verranno ascoltati anche Alberto Stasi, l'ex fidanzato della vittima condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto, e Marco Poggi, fratello di Chiara. Per la seconda volta in meno di una settimana, Sempio è tornato oggi dai carabinieri per la restituzione di un telefono cellulare sequestrato mercoledì nel corso della perquisizione a cui è stato sottoposto. «Solo fumo negli occhi», ha commentato a caldo l'avvocato Lovati, che ha definito come tale anche la ricerca della possibile arma del delitto nel canale di Tromello, a una manciata di case dalla villetta di Garlasco.

Gli attrezzi da lavoro - tra cui un martello a coda di rondine come quello scomparso da casa Poggi - trovati sul fondo della roggia che scorre accanto alla casa della nonna di Stefania e Paola Cappa, le gemelle cugine di Chiara Poggi a cui nelle prossime settimane verrà prelevato il Dna, dovranno ora essere esaminati per stabilirne l'eventuale compatibilità con le ferite trovate sulla vittima. Accertamenti complessi, anche perché effettuati a 18 anni di distanza, proprio come l'analisi delle tracce genetiche nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli, su richiesta della Procura di Pavia.

Nulla viene lasciato al caso. Neppure quell'articolo sul delitto che Sempio ha riferito ai carabinieri di avere scritto per un corso di giornalismo frequentato alla Fondazione Le Vele di Pavia. «Credo fosse il 2014-2015, Andrea era un ragazzo introverso, ma il migliore della sua classe», ricorda Maria Fiore, giornalista della Provincia Pavese e insegnante di giornalismo a quel corso Ifts. «Ho cercato nel mio computer, ma non l'ho trovato, potrebbe averlo scritto a mano - dice - Certo è che del delitto avevamo parlato in classe: è una vicenda che, per via del mio mestiere, seguo fin dall'inizio. Comunque Andrea era davvero bravo: alla prova finale, una intervista, prese 7,5 e il giudizio complessivo finale fu ottimo».

«A quanto ricorda Andrea Sempio, non c'è nulla di oscuro. Né nell'avere fatto quel tema, né nel suo contenuto», sottolinea l'avvocato Angela Taccia, che con il collega Lovati difende il 37enne. «Mi risulta che il quel corso, e anche in altri, sia stato proposto spesso», aggiunge il legale, che martedì lo affiancherà nell'interrogatorio dei magistrati, il procuratore aggiunto Stefano Civardi, la pm Valentina De Stefano e la collega Giuliana Rizza. Di fronte ai pm pavesi dovrebbe comparire anche Stasi, mentre il fratello di Chiara, Marco, sarà sentito come testimone a Venezia, dove vive.

Quest'ultima è ritenuta dagli inquirenti una testimonianza importante per ricostruire le abitudini del gruppo di amici - a cui sono state estese le analisi genetiche - di cui faceva parte lo stesso Sempio. L'indagato potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, come già fatto lo scorso 28 aprile dalla madre, Daniela Ferrari, convocata dai carabinieri come persona informata sui fatti. Oppure potrebbe decidere di volta in volta su ogni quesito. O ancora rilasciare solo dichiarazioni spontanee.

«Ci stiamo preparando per l'eventuale strategia», si limita a ribadire l'avvocato Taccia, che potrebbe consigliare a Sempio di non parlare sino alla conclusione delle indagini, quando tutti gli atti saranno depositati e, quindi, consultabili. Per le accuse nei suoi confronti il 37enne ribadisce di essere «tranquillo», conclude il legale, ma «stanco». A diciotto anni di distanza dal delitto, e dopo avere visto accantonate per ben due volte le accuse nei suoi confronti, per lui la situazione ora è «comunque delicata».

(Unioneonline)

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