Un atto «incomprensibile» che lede «i doveri costituzionali» dell'ateneo. Sale di tono la polemica nata dalla mancata accettazione da parte dell'Università di Bologna della proposta dell'Accademia di Modena di organizzare un corso in filosofia riservato agli allievi ufficiali, rivelata sabato scorso dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Carmine Masiello.

A stigmatizzare la scelta è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Ritengo - scandisce - che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell'Università di Bologna sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato». Si tratta «non solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l'autonomia dell'Università».

E questo, sottolinea, perché «in quanto centro di pluralismo e confronto, ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale, restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici. Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione». Poi, evidenzia Meloni, «avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide che alle Forze Armate sono affidate». Considerazioni, quelle esplicitate dalla presidente del Consiglio, cui fanno eco le parole della ministra dell'Università, Anna Maria Bernini, che assicura che «il corso si farà. Mi faccio garante della sua realizzazione».

Al riguardo, ha parlato proprio a Modena, «mi impegno, con un forte senso di responsabilità, a garantire non solo l'attivazione del corso, ma anche un passo in più: ho proposto la creazione di un gruppo interforze delle università dell'Emilia-Romagna, guidato dall'Ateneo di Modena-Reggio Emilia, per rispondere in modo efficace alle esigenze formative degli allievi dell'Accademia». All'attacco dell'Esecutivo l'Alma Mater condotta dal Rettore, Giovanni Molari, risponde garantendo che «l'Università di Bologna non ha mai 'negato' né 'rifiutato' l'iscrizione a nessuna persona. Come per tutti gli Atenei italiani, chiunque sia in possesso dei necessari requisiti può iscriversi liberamente ai corsi di studio dell'Ateneo, comprese le donne e gli uomini delle Forze Armate». Inoltre, è la chiosa, «l'Università di Bologna collabora stabilmente con l'Accademia Militare di Modena, ai cui allievi, in virtù di specifici accordi ormai ventennali, sono riservati posti presso il Corso di Laurea in Medicina Veterinaria».

Sulla vicenda e sui suoi strascichi non sono mancati i commenti del mondo della politica con gli esponenti del centrosinistra critici sulla discesa in campo della premier.

«Invece di alzare polveroni intimidatori contro l'Università di Bologna al semplice scopo di fare un po' di propaganda dozzinale pur di sviare dai problemi del Paese che il suo Governo non riesce ad affrontare - afferma Nicola Fratoianni di Avs - faccia la presidente del consiglio e sostenga piuttosto l'istruzione, gli atenei e la ricerca pubblica sempre più in difficoltà grazie ai mancati interventi proprio del suo Esecutivo». Parole cui fanno eco quelle di Alfredo D'Attorre, responsabile università della segreteria del Pd: «Surreale che la presidente Meloni, alla continua ricerca di diversivi rispetto alla sua concreta attività di governo, oggi trovi il tempo e il modo di attaccare l'Università di Bologna», argomenta. «Non c'è bisogno - prosegue - che sottolinei l'ovvio, ovvero che sia un fatto positivo che gli allievi ufficiali possano arricchire la loro formazione con un percorso di studi filosofici».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata