Aveva preso il Covid già il 18 febbraio, prima ancora che venisse individuato il paziente zero.

Per questo a un cantante della Scala è arrivato il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro e un'integrazione delle buste paga arretrate. Lo racconta il Corriere della Sera.

Alberto Rota, 54 anni, basso nel coro della Scala, aveva avvertito subito la gola bruciare mentre cantava ne “Il Trovatore” di Verdi. Il 26 febbraio il tampone rivelò la sua positività al Covid, che probabilmente aveva preso in treno o sui mezzi pubblici nelle settimane in cui il virus stava già circolando. Quindi la polmonite bilaterale.

L'assenza del cantante in un primo momento era stata legittimata da un certificato di malattia per “sindrome da raffreddamento", ma da marzo la Scala ha fatto ricorso al Fis, cioè l'equivalente della cassa integrazione per il settore dello spettacolo, che comporta una decurtazione della busta paga base attorno al 20%. Rota, che è anche delegato sindacale della Slc Cgil, ha dunque deciso di rivolgersi al patronato Inca Cgil ed è riuscito a ottenere il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro che comporta il pagamento del 100% del salario.

(Unioneonline/D)

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