Scontri fra studenti e polizia questa mattina in centro a Pisa. Gli agenti si erano schierati per proteggere uno degli accessi a piazza dei Cavalieri, mentre alcuni dei manifestanti – impegnati in un corteo pro-Palestina – avrebbero tentato di oltrepassare lo sbarramento.

I poliziotti hanno caricato con i manganelli. Alcuni studenti sono stati fermati e poi rilasciati.

Lo sbarramento, ha spiegato la questura, serviva per evitare «azioni dimostrative in concomitanza di obiettivi sensibili quali la sinagoga, il cimitero ebraico o la Torre pendente».

«Siamo partiti da piazza Dante dove ci eravamo radunati per fare una passeggiata in giro per la città ma dopo poche decine di metri abbiamo trovato lo sbarramento di polizia che ha poi caricato una manifestazione assolutamente pacifica, ma determinata ad andare avanti per portare solidarietà al popolo palestinese», ha raccontato una studentessa. «Deve cessare - ha aggiunto - ogni complicità del nostro Governo e delle istituzioni formative con il genocidio in atto in Palestina. L'Università di Pisa deve bloccare ogni accordo con Israele e con le aziende israeliane che producono le armi che vengono usate in Palestina».

Numerose le reazioni da parte di rappresentanti istituzionali. Su Facebook il sindaco della città, Michele Conti (alla guida di una maggioranza di centrodestra), ha scritto: «Quello che è accaduto mi ha profondamente amareggiato, prima ancora che come sindaco, come cittadino e genitore. Ho telefonato stamani a questore e prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto. A entrambi ho ribadito che chiunque deve essere libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, sempre. E che Pisa, da sempre, è luogo di incontro e confronto».

«Voglio anche ricordare a tutti - ha aggiunto Conti - che la convivenza pacifica è assicurata in primo luogo dal rispetto delle regole e chi non le rispetta va sanzionato. Come mi auguro avvenga per chi si è reso responsabile del blitz sulla nostra Torre di qualche settimana fa. Ma mai in alcun modo si può usare la violenza per reprimere una manifestazione di ragazzi e ragazze delle scuole superiori. Così come non si può usare la violenza per imporre una propria idea. Voglio parlare con questi ragazzi, ascoltare le loro ragioni e i loro racconti. Il Comune di Pisa è uno spazio pubblico dove è possibile esprimere liberamente, ed educatamente, ogni pensiero».

(Unioneonline/s.s.)

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