Blitz della Polizia nel Trapanese nei confronti di una serie di persone vicine, secondo le indagini, al numero uno di Cosa Nostra, il boss Matteo Messina Denaro.

Centinaia di agenti delle squadre mobili di Palermo e Trapani, supportati da quelli del Servizio centrale operativo, stanno eseguendo 13 provvedimenti di fermo emessi dai magistrati della Dda di Palermo.

Le accuse sono, a vario titolo, associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso. Tra i fermati alcuni imprenditori e il dirigente di un'azienda pubblica di Trapani, anche presidente di una cantina sociale. Venti gli indagati tra i quali anche un sindaco, accusato di corruzione elettorale ed estorsione.

Si tratta di Antonino Accardo: dalle intercettazioni è emerso che avrebbe pagato 50 euro a voto per le elezioni dell'anno scorso a sindaco del comune di Calatafimi Segesta (Trapani). Insegnante in pensione, 73 anni, Accardo ha alle spalle alcune esperienze da assessore e consigliere comunale a Calatafimi.

In corso anche perquisizioni a tappeto nelle campagne del Trapanese per la ricerca di armi.

(Unioneonline/D)
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