Antonio Ciontoli, subito dopo lo sparo che raggiunse Marco Vannini, rivolto ai suoi familiari predicava "calma", sostenendo che il ragazzo era solo alle prese con una crisi d'ansia. Uno spavento dovuto al rumore del colpo partito dalla pistola.

Lo ha raccontato Viola Giorgini, ex fidanzata di Federico Ciontoli, sentita come testimone nel processo d'appello bis per i fatti che portarono alla morte di Vannini mentre si trovava a casa dei suoceri a Ladispoli.

Nel processo bis, disposto dalla Cassazione affinché sia riconosciuto l'omicidio volontario per la morte di Marco, è imputata l'intera famiglia Ciontoli.

"Antonio Ciontoli ci disse di stare tranquilli - ha detto Viola Giorgini - che era solo un grande spavento, si trattava di un colpo d'aria partito dalla pistola. Marco stava avendo solo una crisi d'ansia".

Nel corso della sua deposizione la giovane, assolta nel processo di primo grado dall'accusa di omissione di soccorso, ha ricostruito le fasi della notte tra il 17 e il 18 maggio di cinque anni fa.

"Ricordo che eravamo in stanza di Federico - ha detto la ragazza - e ho sentito un tonfo, un rumore come se fosse caduto qualcosa di pesante. Ci siamo avvicinati al bagno ma la porta era chiusa, dentro c'era il padre di Federico e Martina, la fidanzata di Vannini. Antonio Ciontoli ci disse di non preoccuparci e ci siamo fidati di lui, abbiamo creduto ciecamente alla sua versione. Federico entrò in bagno e uscì portando via la pistola, per metterla in sicurezza. Io rimasi sbalordita".

La deposizione della ragazza, farcita di molti "non ricordo" spesso stigmatizzati dalla Corte, ha sostenuto di essersi resa conto della ferita "solo dopo, quando Marco fu portato al piano di sotto". Allora avrebbe visto anche delle "gocce di sangue". Dello sparo seppe "solo quando Marco fu portato al Posto di primo intervento di Ladispoli, e Antonio Ciontoli già parlava del rischio di perdere il lavoro se questa storia fosse uscita fuori".

Per Celestino Gnazi, legale della famiglia Vannini, la testimonianza della Giorgina ha dato "una impressione di totale non credibilità. Viola non ha aggiunto nulla rispetto a quello che già sapevamo. Non apparve credibile quando è stata ascoltata, da imputata, nel processo di primo grado e anche oggi ha confermato questa impressione".

(Unioneonline/L)
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