Conitnuano, raccapriccianti, le testimonianze nel processo a carico di Tony Badre, il 24enne che lo scorso 27 gennaio a Cardito (Napoli) ha ucciso il figliastro di 7 anni "perché aveva rotto il lettino".

"Ho visto Giuseppe (la vittima, ndr) sul divano, non riusciva a parlare, aveva gli occhi un po' aperti e un po' chiusi. Gli ho detto 'respira'". Sono le parole riferite dalla psichiatra infantile Carmelinda Falco, la donne le ha sentite dalla sorellina del piccolo, anche lei vittima delle violenze di Tony Badre.

La dottoressa ha descritto, rispondendo alle domande del pm Izzo, lo stato psicologico della piccola, ascoltata in incontri protetti nell'ospedale Santobono in cui era ricoverata.

La bambina "aveva creato una strategia" per sfuggire alle violenze, ha riferito la psichiatra. "Per difendersi fingeva di svenire, una strategia che aveva suggerito anche a Giuseppe e a noi che la stavamo aiutando, in quanto ci riteneva in pericolo".

Altro racconto da far accapponare la pelle, quando il padre tentò di affogarla: "Mi ha messo sotto il rubinetto tenendomi la bocca aperta, mi voleva affogare"

La piccola ha anche riferito i comportamenti della madre, sotto accusa per aver ritardato i soccorsi di tre ore. Solo la mamma del killer, giunta in casa, lanciò l'allarme. A tre ore dal pestaggio. Un buco rivelatosi fatale per il piccolo Giuseppe, che se fosse stato soccorso in tempo si sarebbe quasi sicuramente salvato.

Stando a quanto detto dalla bimba nelle audizioni protette, la mamma non li avrebbe mai difesi. La piccola ha riferito di una sola reazione, verbale: "Basta, li stai uccidendo". Ma in generale la donna, racconta la psichiatra in aula, "ha riportato solo atteggiamenti disinteressati, mai ha difeso fisicamente i bambini".

LE MAESTRE - La bimba ha anche detto di aver chiesto aiuto alle maestre, un appello rimasto inascoltato. La psichiatra interrogata, a cui lo avrebbe riferito, ha fatto i nomi delle due insegnanti a cui la piccola ha raccontato delle violenze che subiva continuamente in casa. La dottoressa ha riferito proprio di un botta e risposta avuto con la bambina. "Cosa dicevi alle maestre?". "Di chiamare i carabinieri, e loro non li hanno chiamati".

Le due insegnanti, assieme alla dirigente dell'istituto scolastico, sono state citate in giudizio. Nei loro confronti il reato ipotizzato è di omissione di denuncia.

(Unioneonline/L)
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