C'è anche Valentina Caso nel mirino degli inquirenti per la tragedia di Cardito (Napoli), dove Giuseppe, sette anni, è stato ucciso di botte dal papà e la sorellina di otto è stata pestata con violenza inaudita e ora è ricoverata nell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli.

Valentina è la moglie di Tony Essobti Badre, il 24enne in carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e lesioni aggravate. Reo confesso, l'uomo ha dichiarato di aver perso la testa e di aver picchiato con calci, pugni e una scopa i bimbi colpevoli di aver rotto la sponda di un letto comprato da poco.

C'è infatti un buco di due o tre ore tra l'ora del violento pestaggio e la telefonata ai soccorsi. Telefonata fatta non da Valentina, ma dal fratello di Tony, giunto sul posto assieme alla madre.

Due o tre ore nel corso delle quali Tony ha provato a curare il piccolo con una pomata, mentre Valentina Caso - questo il suo racconto - è rimasta bloccata in una sorta di trance emotiva.

Giuseppe poteva essere salvato, nonostante le gravi lesioni riportate nel pestaggio. Bastava chiamare con tempismo i soccorsi.

Valentina Caso non è iscritta al registro degli indagati, ma su di lei sono in corso degli accertamenti. Gli inquirenti vogliono capire se in passato ci siano stati altri episodi di violenza, come affermato da alcuni conoscenti, e in questo senso possono essere decisive le rivelazioni della sorellina piccola di Giuseppe, quella rimasta illesa, unica - fra i tre - ad essere figlia di Tony.

La donna ha raccontato che prima ha cercato di fermare Tony e poi, dopo il violento pestaggio, è caduta in un blocco psico-fisico durato fino alla morte del bambino. Una trance di due o tre ore, nel corso delle quali Tony è andato in farmacia per comprare una pomata con cui pensava di medicare le ferite procurate al piccolo. Due o tre ore in cui è rimasta immobile, come se non capisse cosa stesse accadendo. Due o tre ore che sono risultate fatali.

(Unioneonline/L)
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