L'Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per la decisione di rinnovare l'applicazione del regime speciale di detenzione del 41bis a Bernardo Provenzano, dal 23 marzo 2016 fino alla sua morte, il 13 luglio dello stesso anno.

Secondo i giudici, il ministero della Giustizia italiano ha violato il diritto del boss mafioso a non essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti.

La Corte invece non ha individuato nessuna violazione in merito alle sue condizioni di detenzione.

In riferimento all'articolo 3 della Convenzione, Provenzano si era lamentato delle cure mediche inadeguate in prigione e della continuazione dello speciale regime di detenzione, a dispetto delle sue condizioni di salute.

A capo di Cosa Nostra dagli anni novanta, il boss era stato arrestato nel 2006.

È morto nel 2016 a causa di un tumore alla vescica all'Ospedale San Paolo di Milano, dove era ricoverato da due anni.

(Unioneonline/F)
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