Carabiniere ucciso: fermati due studenti Usa. Uno confessa: "Sono stato io"
Individuato il responsabile dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello RegaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Due studenti americani sono stati fermati dagli inquirenti che indagano sull'omicidio di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri di 35 anni ucciso nella notte tra giovedì e venerdì, con otto coltellate, in via Pietro Cossa a Roma, quartiere Prati.
Dopo essere stati rintracciati sono stati sottoposti a interrogatorio dai pm. E in serata uno dei due avrebbe confessato: "Sono stato io".
I fatti - La notte del delitto un uomo è stato derubato di uno zaino contenente pochi euro e il telefono cellulare (ma ciò che conteneva effettivamente la borsa è ancora al vaglio degli inquirenti).
Dopo il furto il malcapitato ha chiamato il numero del suo smartphone e uno dei ladri, all'altro capo del telefono, gli avrebbe chiesto 100 euro per la restituzione, dandogli appuntamento nel quartiere Prati.
L'uomo, prima di presentarsi a pagare per riavere il maltolto, ha deciso di chiamare i carabinieri.
A quel punto gli uomini dell'Arma si sono messi sulle tracce dei ladri. Tra loro Rega - un "bravo ragazzo", originario di Somma Vesuviana (Napoli) e appena tornato dal viaggio di nozze -, che, in borghese, sarebbe riuscito a individuare i due sospetti.
Ma quando è intervenuto per bloccarli, uno di loro ha estratto un coltello, colpendolo ripetutamente.
Quindi i soccorsi, purtroppo risultati vani.
Poi l'avvio delle indagini, che ha portato a rintracciare i due studenti americani.
L'accaduto ha suscitato immenso cordoglio, nell'opinione pubblica e anche nelle istituzioni.
Il governo, dal premier Conte a Matteo Salvini, passando per Luigi Di Maio, e anche gli esponenti di tutti i principali partiti hanno espresso vicinanza alla famiglia e all'Arma, assicurando e auspicando la massima fermezza nei confronti dei responsabili.
(Unioneonline/l.f.)
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