Il Tar del Lazio stoppa il decreto ministeriale del 7 agosto scorso che disponeva l'inserimento nella tabella dei medicinali dei prodotti a base di cannabidiolo per uso orale, vietandone quindi la vendita.

I giudici hanno accolto il ricorso presentato due giorni fa dall'associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici) disponendo la sospensione del decreto e rendendo di nuovo consentito il commercio al pubblico dei prodotti.

Il provvedimento stabilisce l'inefficacia del decreto fino alla camera di consiglio che è stata fissata per il prossimo 24 ottobre.

«Ci auguriamo che in quella data il Tar confermi la sospensiva di un decreto che colpisce un'intera filiera: dai produttori alla vendita al dettaglio, mettendo a rischio anche posti di lavoro», commenta Raffaele Desiante, presidente dell'Ici che è assistita dallo studio legale Prestige Legal Advisory. Già in passato era stata sospesa l'efficacia del provvedimento in quanto servivano ulteriori approfondimenti tecnico-scientifici. «Il ministero ha, però, deciso di comprendere le composizioni nella tabella dei medicinali, senza attendere il parere dell'Istituto superiore di sanità», aggiunge Desiante.

Alla base del ricorso «la decisione di ricondurre il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti o psicotrope. Decisione che si pone in contrasto con la giurisprudenza comunitaria che ha escluso che il cannabidiolo possa costituire uno stupefacente ai sensi del diritto europeo e con le posizioni assunte dall'Organizzazione Mondiale della Sanità».

(Unioneonline/s.s.)

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