"Da questo convegno lanciamo un messaggio alle Regioni, affinché comincino ad applicare il decreto ministeriale relativo all'attivazione delle Breast Unit entro il 2016. Ad oggi, dieci Regioni non sono ancora partite".

A ricordarlo è Laura Bianconi, componente della XII Commissione Sanità del Senato e promotrice dell'evento "Tumore al seno in Italia", svoltosi oggi a Roma alla presenza del ministro Lorenzin.

E, fra le dieci Regioni nel mirino, c'è anche la Sardegna.

Le Breast Unit, come ha ricordato Laura Bianconi, "sono delle reti di senologia dove la donna viene presa per mano e le vengono offerte diagnosi e cure di alta professionalità. Sono centri multidisciplinari, dove la donna può trovare tutto quello che le occorre, senza doversi spostare in altri luoghi. Stiamo parlando di una organizzazione sanitaria di grandissima qualità, che aiuta ad abbassare la mortalità del 18%".

Strutture ancora più importanti in una regione, come la Sardegna, dove l'insularità rende ancora più difficile rivolgersi per cure altrove.

Dai dati riportati al convegno risulta infatti che dal 2014, anno cui risale il decreto, sette regioni hanno recepito la legge - cioè le linee di indirizzo validate dalla Conferenza Stato-Regioni - e identificato con delibera le strutture destinate a far parte della rete regionale (Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte-Valle D’Aosta e Veneto). Le regioni che hanno recepito la legge ma non hanno ancora indicato le strutture preposte sono quattro (Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria) mentre sono addirittura dieci le regioni che non hanno recepito la legge (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino).

"Il fatto che dopo il mio decreto del 2014 ancora esista una disparità tra territori in cui le donne possono avere il massimo dalla diagnosi, dalla terapia e dalla cura, e altre in cui questo non è possibile - ha ricordato Beatrice Lorenzin - non è giusto e non è accettabile. Occorre l'impegno di tutte le Regioni e di tutte le Asl per il raggiungimento di questi obiettivi".

In Italia sono 50mila le donne che ricevono diagnosi di tumore al seno ogni anno: il 6% sono metastatiche e hanno una mortalità entro 5 anni.

"Non avere a disposizione le armi migliori per combattere questa battaglia è delittuoso - ha aggiunto Laura Bianconi - e anche per quanto riguarda lo screening abbiamo oggi una realtà a macchia di leopardo. Pensiamo che uno screening riduce del 35% la mortalità delle donne, e un tumore preso in fase iniziale può guarire nell'89-90% dei casi".

(Redazione Online/v.l.)

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