Beni mobili, immobili e aziende, per un valore complessivo di oltre 38 milioni di euro, sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Roma ai fratelli Domenico e Giovanni Dell'Aquila, accusati di essere affiliati al clan camorrista Mallardo.

Ai due sono state sequestrate 11 società - con sede nelle province di Latina, Napoli, Caserta e Bologna -, decine di appartamenti, auto di lusso e conti correnti.

Altri sequestri sono stati eseguiti nei confronti di Vittorio Emanuele Dell’Aquila e Salvatore Cicatelli, rispettivamente figlio e fiduciario di Giovanni Dell’Aquila, per conto del quale avevano costituito una cellula economica, operante nel basso Lazio.

La complessa indagine delle Fiamme gialle, iniziata nel 2012, ha fatto emergere l'ascesa degli affari dei fratelli Dell'Aquila avvenuta grazie ai favori ottenuti da esponenti di spicco del clan di camorra Mallardo, attivo non solo nel traffico di stupefacenti, ma anche in attività economiche come gli appalti pubblici e il commercio all'ingrosso.
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