"Nessun incontro, nessun colloquio, fra il detenuto Massimo Bossetti e una persona che, a detta dello stesso detenuto, si sarebbe qualificata come perito informatico del Tribunale di Brescia. A seguito di opportune verifiche e accurati controlli effettuati all'interno della Casa di Reclusione di Bollate nel periodo in cui si sarebbe svolta la vicenda, risulta priva di fondamento la notizia di un colloquio ripresa oggi da alcuni organi di stampa".

Con queste parole, affidate a una nota ufficiale, il ministero della Giustizia ha smentito la notizia, diffusasi in queste ore, del presunto colloquio tra il muratore di Mapello in carcere per l'omicidio della piccola Yara Gambirasio e un fantomatico consulente, che, spacciandosi per Cesare Marini, vero perito informatico del tribunale bresciano, gli avrebbe proposto una nuova linea difensiva per scagionarsi.

Sul caso è intervenuto anche Vittorio Arena, legale di Marini, che ha confermato che il suo assistito "non ha mai incontrato Bossetti" e che in seguito all'accaduto lo stesso Marini "ha deciso di sporgere denuncia contro ignoti".

Ma intanto l'avvocato del detenuto rilancia: "L'incontro in carcere è avvenuto" ma "non in sala colloqui, bensì nella sala d'attesa, nel corridoio che porta alla sala colloqui".

"A questo punto - ha aggiunto - vogliamo sapere anche noi chi era la persona che ha detto a Bossetti di avere novità importanti sul suo caso".

(Unioneonline/l.f.)
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