Pacco sospetto al carcere della Dozza di Bologna, dove gli agenti della Penitenziaria hanno trovato – tra alimenti e confezioni di affettato – circa tre etti di hashish.

La partita di droga era destinata a un detenuto del circuito “alta sicurezza”. Secondo il segretario nazionale del sindacato Uil PA Polizia Penitenziaria Domenico Maldarizzi «la sostanza, già pronta per il consumo e soprattutto la cessione, avrebbe senz'altro potuto minare all'ordine ed alla sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario».

Secondo il sindacalista, questo episodio non sarebbe un caso sporadico ma solo «la punta dell’iceberg», poiché traffico di droga e contrabbando di oggetti illeciti, come telefoni cellulari e smartphone, continuano a esistere all'interno degli istituti penitenziari. E le conseguenze dei traffici illegali si ripercuotono anche sulle famiglie dei detenuti che «si indebitano gravemente per soddisfare le richieste di sostanze stupefacenti, il cui prezzo all'interno del carcere risulta essere circa il triplo rispetto a quello esterno», conclude Maldarizzi.

(Unioneonline/v.f.)

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