Si divide, nella giornata di mobilitazione a Roma, la battaglia dei balneari per chiedere al governo di approvare al più presto una legge che dia certezze al settore.

Da una parte una grande manifestazione a piazza Santi Apostoli, organizzata da Sib e Fiba con migliaia di lavoratori e concessionari degli stabilimenti insieme ai sindaci dei territori, arrivati da tutta Italia. Dall'altra due conferenze stampa, organizzate alla Camera dei deputati e al Parlamento Europeo di Bruxelles da Assobalneari Italia, aderente a Federturismo-Confindustria, e Base Balneare con Donnedamare: insieme a loro anche esponenti di Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega.

In piazza i toni sono netti: «Siamo pronti a tutti i confronti e a rivalutare ogni ipotesi ma per avere regole certe se sarà necessario ci saranno nei prossimi mesi ulteriori step di forte pressione verso la politica, anche valutando nei primi giorni di giugno di chiudere l'offerta balneare italiana - avverte Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba -. Se non verremo ascoltati siamo pronti a tenere le spiagge chiuse».

Se non ci saranno passi avanti «con grande rispetto, presidente della Repubblica e presidente Meloni, il 2 giugno, la Festa della Repubblica ve la organizziamo noi sulle nostre spiagge - ironizza Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio -. Poi vi organizziamo anche la campagna elettorale per le Europee e, visto che una settimana dopo i politici verranno in Puglia, vi organizziamo pure il G7». Si è tentato «di tutto per boicottare questa manifestazione e dividere le associazioni dei balneari, anche ieri con una riunione farsa e oggi con una conferenza in contemporanea alla Camera - aggiunge -. Noi però siamo tutti uniti e vogliamo una sola cosa, continuare a fare il nostro lavoro». Rispetto al governo «noi consideriamo Giorgia Meloni una presidente coerente, forte, con gli attributi», ma «oggi ha sbagliato, a non essere qui con noi».

In contemporanea dagli incontri nelle sedi istituzionali arriva «un appello forte a nome di tutti i balneari italiani» contro una «applicazione distorta della Bolkestein» che «lede gli interessi del nostro Paese», anche perché «rischia di gettare nell'incertezza lavorativa decine di migliaia di persone» sostengono Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, presidenti di Assobalneari-Confindustria e di Base Balneare.

Per Maurizio Gasparri (Forza Italia), «come dimostrato in sede di mappatura, la maggior parte delle spiagge italiane è disponibile per l'insediamento di nuove imprese: pertanto la direttiva Bolkestein che regola la concorrenza non dev'essere applicata, perché la scarsità di risorse non sussiste». Comunque «ribadisco che i balneari hanno bisogno di produrre una comunicazione unitaria più efficace». Per quanto riguarda il governo «andiamo avanti per garantire la massima tutela a chi, con i propri investimenti e il proprio impegno, ha fatto della balneazione attrezzata un'eccellenza del turismo italiano», spiega Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo. Sulle posizioni dei balneari e dell'esecutivo arrivano però critiche da esponenti dell'opposizione come il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli: «La strategia della non decisione che il governo Meloni sta mettendo in atto rispetto alla questione delle concessioni balneari è inaccettabile. Questo esecutivo, costantemente in cerca di scuse per rimandare le decisioni, sta giocando con il tempo, cercando di aggirare le direttive dell'Unione Europea. Bloccano le gare e chiedono di decidere dopo le elezioni Ue, dopo aver lavorato a una mappatura taroccata che allungava di 3.000 km le coste italiane».

(Unioneonline/D)

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