"Babbo Natale non esiste e la Coca Cola ne usa l'immagine per accreditarsi come portatrice di valori sani".

Così Antonio Staglianò, vescovo della Diocesi di Noto, cantautore per diletto, ha sorpreso tutti e spezzato i sogni dei bambini nella basilica del SS. Salvatore, al termine del festival della Arti Effimere, che ha richiamato nella cittadini bambini di tutte le età.

"No, Babbo Natale non esiste. Anzi, aggiungo che il rosso del vestito che indossa è stato scelto dalla Coca Cola esclusivamente per fini pubblicitari", ha detto tra lo stupore di quanti lo stavano a sentire. Le sue parole hanno colto di sorpresa i bimbi ma sono stati i grandi a generare una vera e propria bufera sui social.

Tanto che lo stesso monsignore è tornato sull’argomento: "Ho detto che Babbo Natale non è una persona storica come San Nicola da cui è stato tratto il personaggio immaginario - ha spiegato -. Ho spronato i più giovani ad avere di Babbo Natale un'idea più incarnata per poter vivere meglio l'attesa e soprattutto lo scambio dei doni”. 

Ancora: “Con tutto il rispetto per la casa produttrice della Coca Cola che si è inventata Babbo Natale, il compito del vescovo è annunciare la carità evangelica, anche attraverso questi simboli della cultura popolare. I bimbi sanno che Babbo Natale è papà o lo zio. Quindi nessun sogno infranto”. 

Poi ci ha provato anche la diocesi a correre ai ripari sui social, dove si era scatenata la polemica. "In questi giorni - ha scritto don Alessandro Paolino, responsabile per le comunicazioni sociali - è sorta una polemica perché il vescovo di Noto avrebbe detto a un gruppo di bambini che Babbo Natale non esiste. Esprimo il dispiacere per questa dichiarazione che ha generato delusione nei più piccoli, volendo precisare che le intenzioni di monsignor Staglianò erano ben altre, quelle cioè di riflettere con maggiore consapevolezza sul senso del Natale e delle belle tradizioni che lo accompagnano".

L’intento del vescovo, ha aggiunto, “era di aiutare i bimbi a riflettere più profondamente sul senso del dono, della generosità e della solidarietà che dovrebbero caratterizzare il Natale, a partire dalla figura storica di San Nicola che dispensava doni ai più poveri. L’insegnamento è questo: meno regali da fare e consumare, più doni da condividere, il vescovo ci esortava a recuperare la bellezza di un Natale ormai sempre più commerciale e scristianizzato”.

(Unioneonline/L)

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