Crescono in Italia i disturbi alimentari, e il loro esordio è sempre più precoce, già a partire dai 12 anni d’età.

Un fenomeno su cui psicologi e psichiatri invitano a puntare l’attenzione non solo oggi, che è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro questo tipo di disturbi.

Riduzione dell'alimentazione fino a saltare i pasti o al contrario abbandono ad abbuffate compulsive, conto ossessivo delle calorie e del peso, eccesso di attività fisica, cambio d'umore e riduzione del contatto con il mondo esterno: sono solo alcuni dei principali campanelli d'allarme che manifesta chi soffre dei Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca) come anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating).

«È un mondo complesso quello dei disturbi del comportamento alimentare - spiega Elisa Fazzi, presidente Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) e Direttore della Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza agli Spedali Civili e Università di Brescia - e negli anni più recenti abbiamo osservato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente. L'identificazione e l'intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi migliore»

I Dca colpiscono oltre 55 milioni di persone nel mondo e più di 3 milioni in Italia, circa il 5% della popolazione. L’8-10% di ragazze e lo 0,5-1% di ragazzi soffrono di anoressia o bulimia. L’incidenza di recente è aumentata del 30% a causa della pandemia: il picco è soprattutto tra i giovanissimi, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al periodo per-Covid a causa dell’isolamento, della permanenza forzata in casa, della chiusura delle scuole e dello stop a tutte le iniziative di coinvolgimento sociale.

Il 90% di chi soffre di tali disturbi è di sesso femminile rispetto al 10% di maschi; il 59% dei casi ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6% ha meno di 12 anni. Rispetto alle diagnosi più frequenti, l'anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.

Da un recente studio italiano, pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health, emergono nuovi approcci terapeutici “tecnologici”, basati sulla realtà virtuale, capaci di ottenere importanti risultati soprattutto nei soggetti affetti da anoressia nervosa.

I pazienti si possono immergere in un ambiente virtuale che si adatta al loro stato psicologico, se presentato come un gioco può essere particolarmente indicato per gli adolescenti.

Ad ogni tappa dello sviluppo, spiega Fazzi, possono corrispondere rischi e vulnerabilità: «In questo periodo la famiglia e la scuola sono fondamentali nell'individuazione dei primi segnali di rischio come forma di tutela e protezione della salute di bambini e adolescenti».

(Unioneonline/L)

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