Si è perso nella bufera, sulle montagne della Valtellina, mentre era alla guida del carro funebre che trasportava la salma di una donna vittima di un incidente stradale a Colico, e a sua volta ha rischiato di morire assiderato.

L’uomo, un 37enne sardo dipendente di un’impresa di onoranze funebri del Milanese, è stato salvato dal Soccorso alpino.

La vicenda è cominciata con la tragedia del 2 gennaio: Manuela Spargi, 56 anni, è precipitata con la sua auto nel lago di Como, forse per una manovra errata. Inutili i tentativi di rianimazione. Il marito e un parente della coppia sono riusciti a sopravvivere e sono stati portati in ospedale.

I parenti hanno quindi organizzato il funerale della donna nella chiesa di San Leonardo Murialdo al Giambellino, periferia di Milano. Hanno atteso che la salma arrivasse, le ore passavano e nessuno riusciva a contattare il conducente del carro funebre. Già sconvolti per la morte della 56enne, non avevano alcuna informazione.

Il 37enne sardo aveva sbagliato strada, si era perso in montagna ed era rimasto bloccato nella neve. Forse aveva fatto una deviazione per andare a fare un rapido saluto ai genitori che vivono nella Bergamasca. Sono stati proprio loro, che dopo ore e ore di tentativi di chiamate, hanno dato l’allarme ai carabinieri e ai vigili del fuoco. Il carro funebre era in una zona senza campo per il cellulare, l’autista ha raggiunto, in mezzo alla bufera nell’area di Fusine (Sondrio), un rifugio quasi a 2mila metri che però era chiuso da oltre un mese. Solo da lì è riuscito a telefonare al Soccorso alpino che lo ha localizzato e tratto in salvo arrivando con la motoslitta e il quad.

Era paralizzato dal freddo e aveva un principio di assideramento. È stato portato in ospedale.

Il carro funebre col feretro di Manuela Spargi è stato recuperato ed è stato riorganizzato il funerale.

(Unioneonline/s.s.)

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