L’opera in progetto consistente nella “messa in sicurezza della spiaggia mediante la realizzazione di barriere a mare temporanee con posa di geotubi nella prima fase e nella realizzazione di scogliere con massi ciclopici. Seguirà il ripascimento artificiale col riposizionamento della sabbia marina erosa. Nella seconda fase, l’intervento ha come obiettivo di interrompere l’azione erosiva del litorale e della duna retrostante ed a innescare un progressivo ripascimento naturale dell’arenile, con l’avanzamento della linea di costa secondo la direzione attuale della spiaggia, assunta in seguito alla realizzazione delle opere portuali.Complessivamente saranno spesi 200mila euro. La spiaggia del riso a Villasimius non c'è più da quando è stato costruito il porto. Le mareggiate l'hanno portata via depositando una parte dei suoi chicchi (fossili) di sabbia su una piccola spiaggetta a venti metri di distanza. Della vera “Spiaggia del riso”, è rimasto nulla. Solo un paesaggio desolante. Un errore dell'uomo? Sicuramente. Ma ora si punta a ricostruirla, affidando al movimento del mare il compito di riversare su questo tratto di litorale la sabbia dei suoi fondali. Anche senza i chicchi fossili. I tempi però si annunciano lunghi: l'esperienza del Poetto insegna. «Il progetto c'è», dice il sindaco Tore Sanna, «interverremo in due tranche. Prima di tutto realizzeremo le opere per la sistemazione idrogeologica dell'area vicina, così da evitare che le acque piovane continuino a riversarsi sulla spiaggia spaccandola in due parti. Presto avremo la concessione demaniale, i lavori costeranno 100 mila euro. La seconda parte dell'intervento, che prevede la ricostruzione della spiaggia, è più lunga e difficile. Innanzitutto si dovrà superare la valutazione di impatto ambientale. Occorreranno almeno sei mesi. Poi inizierà il recupero vero e proprio. Dovrebbero servire almeno tre anni». Il progetto prevede la sistemazione di speciali barriere sottomarine, realizzate con contenitori di un materiale particolare e riempiti di sabbia. Quasi dei salsicciotti, barriere mobili che potranno essere spostate se dopo alcuni mesi le correnti non assicureranno i risultati sperati, cioè l'ingresso della sabbia sul tratto di litorale da ricostruire. Si cambierà il loro orientamento sino a quando non sarà raggiunto l'obiettivo con la stabilizzazione della sabbia. La ricostruzione, in sostanza, sarà affidata interamente al moto ondoso del mare. Un ripascimento naturale, non il trasporto della sabbia da altri fondali. I chicchi fossili, probabilmente, resteranno dove sono attualmente (in quella spiaggetta attigua), ma in ogni caso si dovrebbe riavere una spiaggia vera dopo anni di attesa. Con comprensibili vantaggi per i turisti e per il vicino campeggio comunale. Ci vorrà tempo e pazienza. Ma difficilmente la natura, il mare, le sue onde e il vento deluderanno le attese.
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