Victor e Svetlana riuniti dalla morteIl padre: "Erano il nostro futuro"
"Erano il nostro futuro: come faremo ad andare avanti senza di loro?". E’ inconsolabile il dolore di Mario Martis, padre di Victor e Svetlana, adottati 13 anni fa e morti tragicamente in due incidenti stradali, due ragazzi arrivati in Sardegna dalla Russia e accomunati da un destino crudele.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Martis, 46 anni, di Ussana, operaio al mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Cagliari, non sa darsi pace. Due anni e mezzo fa morì Svetlana, in un incidente stradale al Poetto, sabato notte è deceduto l’altro figlio, Victor, in un altro incidente stradale, stavolta avvenuto nell’abitato di Monastir. I due ragazzi di origine russa erano stati adottati nel 1997 da Mario Martis e dalla moglie Lucia. "Eravamo una famiglia felice, ora siamo distrutti". Domani alle 15,30 i funerali di Victor nella parrocchia di Monastir.
L'INCIDENTE - Uno schianto, violentissimo, contro una rete metallica e poi sullo spigolo di una casa. La notte non era in pratica ancora cominciata, e la vita di Victor Martis, 20 anni compiuti lo scorso ottobre, si è spenta in quei pochi, terribili istanti tra sabato e domenica a Monastir. Appena fuori dello sportello della Wosksvagen Golf verde appena acquistata, passata in un attimo da pegno d'affetto di un papà generoso a strumento di morte. Inutili i soccorsi. Un destino crudele l'ha accomunato alla sorella Svetlana, morta in circostanze simili due anni e mezzo fa al Poetto a Cagliari.
IL DRAMMA Erano due ragazzi russi, adottati da una famiglia sarda. E a Monastir, dove tutti conoscono, e stimano Mario Martis e la moglie Lucia Piga, la coppia che sedici anni fa si era portata in casa i due angioletti russi biondi per farli loro figli, sono atterriti.
«Non è possibile: prima me ne ha tolto una e poi l'altro»: mamma Lucia, all'interno della sua casa di via Roma, grida tutta la sua disperazione. Tutta la sua sfiducia. Davanti al corpo del suo Victor, bello e biondo, ricomposto nella bara posta nella stanza buona della casa. La stessa dove anche Svetlana, la sorella, era tornata il 22 marzo del 2008: dentro una bara.
IL PRECEDENTE Dopo la morte avvenuta due anni prima in viale Poetto, nel terribile schianto causato da una manovra azzardata del fidanzato, Fausto Putzu, che causò la morte oltre che di Svetlana anche di Gigi Spiga, imprenditore cagliaritano dello stabilimento balneare Le Palmette.
L'altro ieri la nuova tragedia. Non era ancora mezzanotte e Victor Martis era al volante della Golf fiammante. Accanto a lui l'amico Giorgio Deriu, 24 anni anch'egli di Monastir. Il volante stretto fra le mani, a velocità elevata, Victor supera i bar pieni degli amici attaccati al sabato ancora da vivere, passa davanti al municipio e perde il controllo del mezzo. Prima sbanda sulla sinistra, tenta di rimettere in rotta l'auto ma piomba sullo spigolo di una casa. Un schianto a tutto gas che non lascia scampo. «Sembrava il terremoto, polvere e calcinacci che cadevano, solo dopo ho visto l'auto distrutta», così racconta Valentino Pilia: ha assistito in diretta alla tragedia e a mente fredda ne ripassa i fotogrammi.
I SOCCORSI Quando sente lo schianto l'uomo, operatore dell'Sos Soccorso di Monastir, intuisce la gravità dell'incidente, e guida i soccorsi del 118 arrivati in un battibaleno. Victor sbalzato fuori dall'abitacolo non dà segni di vita. Giorgio Deriu, l'amico che sedeva al suo fianco, invece urla: ferito gravemente ma vivo. In pochi minuti arrivano due ambulanze. Una adagia su una barella Giorgio e lo trasporta a sirene spiegate all'ospedale Brotzu dove il ragazzo viene subito medicato e sottoposto alle cure del caso. I medici gli hanno diagnosticato una serie di gravi traumi, ma non corre nessun pericolo per la vita.
L'altra ambulanza invece spegne motori e lampeggianti. Victor Martis non ce l'ha fatta: lo schianto gli è stato fatale. Per almeno mezzora il personale del 118 ha tentato di rianimarlo ma tutti i loro disperati sforzi sono stati vani.
Il magistrato, anche su indicazione dei carabinieri di Monastir e Dolianova coordinati dal capitano Davide Colajanni, ha disposto la restituzione del corpo ai familiari. Victor è ritornato, così, nella casa che l'aveva accolto dodici anni fa con tanto amore. Da qualche parte lo aspetta la sorellina.
IGNAZIO PILLOSU