La Corte costituzionale "bacchetta" la Sardegna, e lo fa con una sentenza emessa oggi (la numero 103) che riguarda la legge di bilancio regionale, in particolare le norme sugli usi civici.

Il ricorso è stato presentato dal Consiglio dei ministri, che aveva impugnato le disposizioni che, secondo la Corte, "producono l’effetto di sottrarre al patrimonio collettivo vasti appezzamenti di territorio".

Ossia quelle aree legate al vincolo paesaggistico sulle quali la Regione non può imporre modifiche in quanto trattasi di competenza primaria statale, anche se emanate nell'ambito di una "grande riforma economico-sociale e dei limiti posti dallo stesso Statuto sardo alla potestà legislativa regionale".

I giudici quindi hanno rimarcato come la "sclassificazione" (o sdemanializzazione) non possa servire "a sanare indiscriminatamente occupazioni abusive".

Altre due bocciature riguardano il divieto di pignoramento verso finanziamenti pubblici erogati a enti locali e consorzi di bonifica, e la cancellazione delle sanzioni per quei Comuni che sforano il patto di stabilità.
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