La Sardegna, terra di partenze e radici profonde, si racconta attraverso le vite di chi ha portato la sua professionalità lontano, ma ha lasciato il suo cuore nell’Isola. Il Decalogo dei talenti sardi all’estero, alla sua seconda edizione, celebra 17 storie di uomini e donne che hanno trovato successo lontano dalla propria terra, senza mai spezzare il legame con essa. Il progetto, promosso dall’Istituto Fernando Santi con il supporto della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato regionale al Lavoro, è un dialogo che unisce passato e presente per immaginare un futuro condiviso.

Tra i protagonisti: Lulay Melis, giovane originaria di Asuni e residente in Svizzera; Tiziana Corda, accademica a Berlino; Michela Venturi, manager in Danimarca; e Genri Fais, sindacalista in Svizzera. «In Svizzera ci sentiamo a casa grazie ai circoli sardi, ma appena possibile torno nell’Isola. Se si presentassero le giuste opportunità, potrei anche rientrare», racconta Fais.

Il progetto raccoglie idee e proposte per valorizzare la Sardegna in una dimensione globale. «La Sardegna non è solo un luogo fisico: avere la testa qui è più importante che avere i piedi nella sua terra», spiega Giuseppe Corongiu, responsabile del progetto.

L’iniziativa è anche uno spunto per riflettere sul futuro dell’Isola. Come trattenere i talenti? Come valorizzare le competenze di chi parte? Domande aperte, che il decalogo intende affrontare trasformando le partenze in un’occasione di crescita. Perché, ovunque siano, i sardi continuano a essere uniti da un legame indissolubile con la loro terra.

Nel video l'intervista a Pierpaolo Cicalò, presidente dell'istituto Fernando Santi.

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