La (brutta) sorpresa arriva sul finale quando alcuni manifestanti si accorgono che le loro auto erano state imbrattate da qualcuno con una vernice argentata: si vivono momenti di tensione, uno dei proprietari si impossessa del microfono e a male parole sfida apertamente gli autori del gesto che non saltano fuori.

Saranno quattro, al termine, i mezzi imbrattati tra i quali anche il furgone di una troupe di Rai 3 del Tg Regionale.

L'episodio, che ben esemplifica la differenza di vedute tra chi attacca e chi difende l'attività della fabbrica bellica, ha parzialmente rovinato una manifestazione dai toni decisi ma tutto sommato pacata con cui circa 100 persone di varie sigle antimilitariste hanno urlato forte, a Matt'e Conti, il loro dissenso verso la produzione e le esportazioni di armamenti che dalla Rwm vanno ad alimentare il drammatico conflitto in atto in Yemen dove si contano ormai migliaia di vittime anche tra i civili.

L'intento dei manifestanti era quello di raggiungere il piazzale dello stabilimento ma, come in altre occasioni, il blocco eretto dalle forze dell'ordine li ha costretti a un dibattito improvvisato a circa 150 metri dal loro obiettivo.

Con sullo sfondo cartelli, magliette insanguinate e crude foto dei bambini yemeniti dilaniati dalle bombe, si sono susseguiti gli interventi da parte di esponenti di Sardegna Pulita, Cagliari Social Forum, Cobas Scuola, Sindacato Usb, Adiquas Nuraxi Figus, Movimento Non Violento e Sardigna Natzione.

Da tutti la condanna contro "un traffico di armi che viola la legge" e la necessità di "riconvertire una fabbrica domusnovese che produce solo morte".

Tra i vari interventi anche quello dell'europarlamentare Cinquestelle Giulia Moi, che ha chiesto, invano, di poter visitare lo stabilimento.

La sua visita nell'enorme stabilimento che si estende fino ad Iglesias, potrebbe essere però solo rimandata di pochi giorni.
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