"Perseverare nella difesa della fabbrica di bombe significa avallare un crimine nei confronti dell'umanità. Lo affermiamo senza dubbio dopo le condanne dell'Onu e le tre deliberazioni con cui la Commissione Europea ha richiamato tutti i paesi, Italia compresa, i quali esportano e vendono armi all'Arabia Saudita che le utilizza poi contro le popolazioni civili ed inermi dello Yemen".

Non usano mezzi termini le associazioni antimilitariste ed ambientaliste Assotziu Consumadoris Sardegna, Confederazione Sindacale Sarda, Sardegna Pulita, Donne Ambiente Sardegna e Sos Sardegna.

In un documento congiunto replicano duramente alle parole con le quali, per la prima volta, Confindustria Sardegna Meridionale, Filctem Cgil e Femca Cisl Sulcis Iglesiente si sono espresse insieme per difendere l'operato della fabbrica domusnovese.

"La Rwm è palesemente fuorilegge, non solo perchè non rispetta l'articolo 11 della nostra Costituzione che sancisce il ripudio della guerra, ma perchè disconosce inoltre la Legge 185 del 1990 che fa divieto della vendita di armamenti a paesi belligeranti".

Ce n'è anche per Confindustria: "Dovrebbe promuovere nuovo sviluppo non incentivare le imprese di morte"; e per i sindacati che difendono la fabbrica: "Rifiutano il confronto e non vogliono accettare come possibile la riconversione dello stabilimento".
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