Bagnanti che non chiedono consigli e, se vengono invitati a uscire dall'acqua perché le condizioni del mare sono proibitive, protestano e non disdegnano la parolaccia.

La vita del bagnino è tutt'altro che semplice, molto lontana da certi stereotipi: ore e ore sulla torretta che sovrasta l'arenile, a osservare i comportamenti dei bagnanti e pronto a correre giù in caso di pericolo.

Preparato (anche) a sentirsi dire, dopo aver lottato contro le correnti e a salvataggio concluso: "Ce l'avrei fatta anche da solo".

Il bagnino Andrea Nani - 45 anni, di Iglesias, appassionato di mare e surf fin da piccolo - racconta pregi e difetti dei bagnanti dall'alto della torretta dello stabilimento "La miniera beach club" di Fontanamare, dove lavora dall'inizio della stagione.

Andrea ha un altro rammarico: "Da noi manca la cultura della Protezione civile. A breve si concluderà il servizio dell'associazione Sosago di Gonnesa e la sicurezza su tutto il litorale sarà garantita da noi degli stabilimenti privati. È un grosso errore che i fondi per il salvamento a mare siano sempre meno e non permettano neppure una copertura per la stagione".
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