Il cartello turistico, ricordo di un'ex Provincia intenta a promuovere il territorio, racconta di Porto Pino, paradiso di sabbia e acque cristalline. Ma per chi ogni giorno percorre la strada provinciale 77 tra Tratalias e Pesus, passando per Perdaxius, è il segnale d'accesso per un inferno d'asfalto con profonde buche, dossi, pericolosi avvallamenti, banchine senza protezioni e assenza totale di segnaletica.

Un nastro d'asfalto di 14 chilometri in completo abbandono ai cui margini, a ricordare inascoltate richieste di interventi, spiccano alcune croci e i resti di tanti, troppi, incidenti più o meno gravi.

Uno stillicidio di ribaltamenti, uscite fuoristrada che, solo per pura fortuna, in alcuni casi, non hanno allungato la lista delle tragedie che, negli ultimi anni, hanno funestato quella che è, a tutti gli effetti, la porta d'accesso di Perdaxius al resto del Sulcis.

L'ultimo incidente, in un paio di settimane che ne ha visti quasi uno al giorno, è toccato a Carla Cabras, operatrice scolastica di Giba. Se l'è cavata con qualche ferita e con l'auto, ribaltata in cunetta, completamente distrutta. Ma il suo è stato solo uno di una lunga serie.

Una sequela di incidenti, alcuni mortali (due nell'arco di un paio di anni), a cui gli abitanti di Perdaxius, tra i maggiori fruitori della strada, vogliono dire basta. E, in questo caso, tra le cause non si può annoverare solo l'alta velocità. In alcuni punti, infatti, come nei pressi di un curvone subito dopo l'incrocio per Villaperuccio, un profondo gradino sull'asfalto ha spedito più di un'auto in cunetta o nei campi vicini. Pericoli che, in caso di pioggia e vista l'assenza di segnaletica di ogni genere, aumentano in maniera esponenziale.
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