Dopo Antonio Casula, direttore generale di Forestas, la prescrizione interviene a cancellare anche i reati dei restanti imputati nel processo per il taglio boschivo su 35 ettari della lecceta sita nel versante domusnovese della foresta del Marganai.

Il Giudice Giorgio Altieri ha dichiarato estinti i reati a carico dei funzionari di Forestas Marcello Airi e Marisa Cadoni e del presidente della cooperativa agricola "Mediterranea 94" Giuseppe Vargiu.

Per concorso nel taglio boschivo (Airi e Cadoni per la responsabilità nel progetto di taglio, la coop in qualità di esecutrice dei lavori) eseguito senza autorizzazione paesaggistica (l'area insiste in un Sito d'Interesse Comunitario sottoposto a vincoli) ed in presenza di altre violazioni nel 2016 il Gip aveva emesso tre decreti penali di condanna di 16 mila euro.

Già sospeso per le tante proteste sull'ipotizzato depauperamento del suolo, il progetto decennale di taglio di 550 ettari nella foresta del Marganai (redatto da Forestas) era stato definitivamente bloccato nel settembre 2015. L'inchiesta era partita l'anno successivo dopo l'esposto del Soprintendente ai Beni Paesaggistici Fausto Martino. Nell'ottobre scorso si era costituita parte civile anche la onlus Gruppo d'Intervento Giuridico.

Ma la prescrizione ha cancellato tutto. Tutto eccetto il disappunto (per usare un eufemismo) di Vargiu per cui quella di taglio boschivo era l'attività principale di un ben avviato progetto di filiera che aveva permesso di far nascere un grosso stabilimento di produzione del pellet (6 mila tonnellate prodotte all'anno fino a 2 anni fa) e far crescere anche attività di allevamento e un agriturismo.

"Sono stato trattato da delinquente - sbotta il presidente della cooperativa Mediterranea 94 - solamente per aver concorso e vinto una gara d'appalto in base ad un progetto di taglio ideato dai tecnici di Forestas. Era forse della cooperativa il compito di verificare autorizzazioni paesaggistiche o cose simili?".

La sospensione e il successivo blocco al progetto di taglio ha prima lasciato forzatamente a casa i 40 addetti della coop per poi causare anche il fallimento dello stabilimento di produzione del pellet (strettamente legato al taglio boschivo) e via via le attività collaterali per le troppe spese da sostenere.

Il risultato sono 75 persone rimaste senza lavoro e poche chanches di riavviare la filiera. "Gli unici a pagare siamo stati noi perdendo qualcosa come 2 milioni di euro d'investimenti" è l'amaro commento di Giuseppe Vargiu.
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