Sono ben pochi i servizi Aias ripristinati dopo il lockdown legato al coronavirus. Ad essere stati riattivati (ma in maniera non strutturale) sono solo i servizi diurni e i domiciliari mentre la riapertura dei 43 centri dell'isola è ancora ferma al palo e la maggior parte dei dipendenti deve ancora usufruire del Fis, il Fondo d'Integrazione Saraliale.

Una situazione problematica che si somma all'incertezza sul futuro dell'azienda attesa, il 17 settembre, alla presentazione del piano di concordato preventivo per evitare il fallimento.

A complicare le cose il fatto che per la prima volta dopo diversi mesi l'Aias ha mancato di erogare la mensilità di giugno a tutti i dipendenti, liquidando la mensilità ai soli lavoratori della Fondazione Stefania Randazzo.

Il segretario della Fp Cisl del Sulcis Claudio Nuscis ha segnalato il fatto ai commissari giudiziali chiedendo soluzioni immediate.

"Non si capisce - afferma Nuscis - come possa essere stato possibile dato che tutte le aziende Aias sono ricomprese in un'unica richiesta di concordato preventivo".

Una nota del direttore amministrativo Vittorio Randazzo fa sapere che "è stata chiesta ai giudici l'autorizzazione per anticipare anche questo mese l'integrazione salariale per tutti i dipendenti già in Fis e che si aspetta solo l'ok per l'erogazione della quale verrà data immediata comunicazione".

La Cisl Funzione Pubblica ha chiesto anche, tramite i propri avvocati, la completa e immediata correzione dei Cud 2019 dei dipendenti dato che "questi riportano anche le mensilità non percepite (circa 4) e il Tfr dei lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro a fine 2019". Una situazione che potrebbe portare a doppie tassazioni ed altri problemi.

"Sembra che politica e Istituzioni - afferma Claudio Nuscis - si siano nuovamente dimenticati di una vertenza che per numeri e drammaticità risulta tra le più importanti in Sardegna".
© Riproduzione riservata