Ha fornito carburante a generazioni di automobilisti.

Dalla sua stazione di servizio di via Porto Botte, fronte di un territorio che ha conosciuto gli anni del boom economico e i primi segnali della crisi, è passato uno spaccato del Sulcis.

A migliaia, sino all'avvento delle fredde colonnine automatizzate, l'hanno visto rifornire auto e mezzi da lavoro con l'immancabile tuta. E, soprattutto, con quel garbo e quel sorriso che non l'hanno mai abbandonato.

Ancor più ieri quando tziu Eraldo, all'anagrafe Francesco Secchi, ha festeggiato il secolo di vita diventando ufficialmente il nonnino di San Giovanni Suergiu.

Natali a Tratalias, la sua vita è trascorsa quasi in simbiosi con via Porto Botte, la strada in cui nel 1960 aprì la stazione di servizio. "Ho iniziato a lavorare a 14 anni all'ex stabilimento chimico, poi ho fatto le campagne in Jugoslavia e Russia, sulle rive del Don. Dopo la guerra - racconta - ho lavorato prima in un'officina per biciclette, poi sono passato al Mulino Brai".

E dalle farine alla benzina il passo è stato breve. "Quanto attraversare la strada", aggiunge con una battuta riferita all'aver avviato la stazione di servizio proprio davanti all'ex posto di lavoro. E lì, tra serbatoi da riempire, auto da lavare e pneumatici da cambiare, c'è rimasto sino a una ventina d'anni fa.

Ora, con al fianco l'inseparabile moglie Maria Atzori, 91 anni e 61 anni di vita insieme ("E' stato un colpo di fulmine", confessa), si gode la pensione e l'affetto dei figli Antonello, Valeria, Marta e Marcella, degli otto nipoti e tre pronipoti che, ieri, insieme all'intera comunità di San Giovanni Suergiu, con il sindaco Elvira Usai, gli ha voluto tributare i giusti onori con una grande festa organizzata dall'Auser all'agriturismo Agrifoglio.
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