Un'alga da coltivare e consumare su Marte. Gli scienziati ci stanno lavorando da parecchio, ma ora c'è un passaggio forse cruciale: un brevetto internazionale nato in Sardegna con un kit che può simulare in laboratorio l'habitat del pianeta rosso. E che consente quindi di studiare, anche sul nostro pianeta, cosa accade alla microalga, la spirulina, cresciuta in assenza di gravità e ossigeno.

L'Università di Sassari, il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), il Distretto AeroSpaziale della Sardegna (DASS), l'Università degli Studi di Cagliari e l'azienda Tolo Green hanno depositato la domanda di brevetto in Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone e India.

Grazie a un lungo e paziente lavoro di squadra è stato possibile mettere a punto un terreno di coltura fertile per l'alga spirulina.

A gravità quasi pari a zero, raggiunta tramite un apposito strumento chiamato clinostato equipaggiato per simulare l'atmosfera marziana, l'alga spirulina cresce e può servire al duplice scopo di nutrire gli astronauti e generare ossigeno, utilizzando l'atmosfera marziana satura di CO2. Ciò consentirebbe dunque la limitazione del materiale da trasportare nel tragitto Terra-Marte utilizzando elementi disponibili sul posto quali la CO2 atmosferica, il suolo marziano e l'urina degli astronauti.

«Dalla Sardegna - spiega Giacomo Cao, amministratore unico CRS4 e presidente del Distretto aerospaziale sardo - un prezioso gioco di squadra». Per Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari, il brevetto internazionale «è il coronamento di una lunga attività di ricerca», mentre per Francesco Mola, rettore dell’Università di Cagliari «fare parte di un team che vede protagoniste aziende leader del settore high tech e istituzioni pubbliche e private, conferma l'importanza delle competenze trasversali».

(Unioneonline)

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