Si è conclusa nel migliore dei modi la vicenda relativa al sequestro di tre esemplari di Ammotragus lervia, Ammotraghi, e di alcuni esemplari della specie Rhea americana, Nandù, effettuato nel giugno del 2019 dopo un attento sopralluogo dei Carabinieri Forestali del Nucleo Carabinieri CITES Cagliari.

Gli animali, considerati fauna esotica protetta e strettamente regolamentata dalla Convenzione di Washington, si trovavano infatti in una struttura zoologica del Sud Sardegna, che li deteneva e utilizzava a scopo di lucro, in assenza della prescritta documentazione.

Ad accogliere gli ammotraghi l’azienda agricola “Biological Diversity di Marco Aloisi", nel Grossetano, mentre i nandù sono stati portati nel Centro tutela e ricerca fauna esotica e selvatica "Monte Adone di Mirca Negrini" a Sasso Marconi, nel Bolognese.

Secondo quanto ricostruito dai militari, gli animali, insieme a un cospicuo numero di altre specie classificate come pericolose per la salute e l'incolumità pubblica (cinghiali, cervi, daini, mufloni), venivano allevati in totale mancanza di autorizzazione in una struttura configurabile, di fatto, come giardino zoologico. L'iter di affido delle specie è durato svariati anni, a causa di numerose criticità legate in prim'ordine alla pandemia da Covid-19 oltre che all'impossibilità di individuare in Sardegna una struttura avente i requisiti di legge e riconosciuta dal Ministero della Transizione Ecologica (MiTE).

Solo lo scorso anno, con l'attenuazione della pandemia da Covid-19, a seguito dell'individuazione delle strutture ospitanti e di una serie di pareri favorevoli da parte di enti e istituzioni preposte, è stato possibile procedere alla marcatura degli individui con idoneo sistema di identificazione oltre che ottenere il nulla osta sanitario alla movimentazione.

Le attività di trasferimento hanno preso il via il 25 novembre nel Sud Sardegna con prima destinazione Livorno.

(Unioneonline/v.l.)

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