Difficoltà nello sviluppo di frutta e ortaggi, arance e insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua. Sono questi i principali problemi per la Sardegna alle prese con lo stato di siccità.

Le alte temperature dell’inverno non aiutano la natura dopo che il 2023 ha fatto registrare la caduta del 14% di precipitazioni in meno e una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020.

Coldiretti sottolinea l’anomalia con la colonnina di mercurio che nelle ore più soleggiate del fine settimana sale su valori primaverili da Trento a Palermo.

Il caldo fuori stagione favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato, e questo vale anche per le fioriture come ad esempio le mimose, in anticipo di oltre un mese rispetto alla data dell’8 marzo. E il pericolo è quello di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti.

La siccità, ricorda Coldiretti, mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo. La mancanza di acqua provoca ripercussioni sui costi per le imprese, aumentati anche a causa del rialzo delle quotazioni del foraggio mentre in Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno ridotto anche la produzione di carciofi del 60%.

Per quanto riguarda gli invasi della Sardegna, in particolare, il primo gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre in quelli della Sicilia a gennaio 2024 il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente secondo le analisi Coldiretti sui dati dei Dipartimenti Idrografici Regionali.
 

(Unioneonline/s.s.)

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