Per tutti arriva Natale, con i sorrisi che le Feste di fine anno instillano anche negli animi meno gioiosi. Per molti precari della scuola sarà un Natale triste. Il caso è nazionale e riguarda migliaia di insegnanti con incarico di supplenza su cattedra accantonata per i vincitori del concorso straordinario bis della scuola. In Sardegna il rischio è forte per buona parte dei 395 precari che non hanno sostenuto il concorso. Proprio in questi giorni si stanno completando, secondo i precari «con notevole ritardo», le procedure del concorso. «L’Ufficio scolastico regionale sembrerebbe intenzionato a immettere i docenti vincitori del concorso bis a distanza di ben tre mesi dall’inizio dell'anno scolastico», dice Francesco Pes, un insegnante “supplente” su cattedra accantonata proprio per i vincitori del concorso. «Questo avrà come conseguenza il licenziamento di tutti i supplenti che sino a questo momento hanno garantito la continuità delle cattedre accantonate e un danno, in termini di discontinuità del percorso formativo, per tutti gli studenti coinvolti. Un danno che si potrebbe evitare se gli uffici scolastici regionali, che possono darsi delle regole ad hoc riguardo alle tempistiche di gestione degli inserimenti, optassero per una strategia differente e più equilibrata nel rispetto di tutte le parti coinvolte». 

IL DIRETTORE SCOLASTICO

Francesco Feliziani, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, fa notare l’aspetto cardine di tutta la vicenda: «Capisco i precari che perdono la cattedra a tempo determinato: non è senz’altro una situazione piacevole. Ma sapevano dall’inizio che, con l’immissione in ruolo dei vincitori del concorso bis, avrebbero dovuto lasciare il posto», spiega il dirigente. «Tra l’altro, al momento dell’accettazione del contratto a tempo determinato, hanno firmato la clausola risolutiva secondo cui avrebbero dovuto rinunciare alla cattedra all’arrivo dei vincitori del concorso per quella determinata materia di insegnamento». Quindi, chi non ha sostenuto il concorso bis presto tornerà a sperare nelle graduatorie di istituto per poter insegnare. E chi, precario, aveva accettato la cattedra ma contemporaneamente aveva vinto il concorso, teoricamente potrebbe restare dov’è, soprattutto se occupa una cattedra annuale. «Faccio un esempio: se un docente che, da precario, stava insegnando al Martini ma, da vincitore di concorso, viene assegnato al Pacinotti, qualora decidesse, anche per continuità didattica, di finire l’anno scolastico al Martini, può farlo. Come pure un insegnante di Cagliari, assegnato da precario a tempo determinato in una scuola di Carloforte, ma che da vincitore di concorso è destinato a un istituto del capoluogo, può scegliere di rientrare. Certamente, ci sono degli aspetti su cui si può discutere, ma anche nel nostro sito istituzionale le regole erano state specificate con chiarezza fin dall’inizio».

IL SINDACATO

Il sindacato, in particolare la Flc Cgil, segue da vicino il caso sollevato dai precari. Francesca D’Agostino, responsabile territoriale di Cagliari per la scuola, riferisce che, sulla vicenda, la Federazione dei lavoratori della conoscenza era intervenuta già a settembre: «Il caso è nazionale, non soltanto sardo. E per chi non ha sostenuto il concorso, proprio per la presenza di una clausola che rescinde il contratto all’arrivo dell’avente diritto, la speranza può essere soltanto quella di affidarsi, da qui alla fine dell’anno, alle graduatorie dei vari istituti», argomenta la sindacalista. In questo modo «la continuità didattica è totalmente trascurata a detrimento dell'offerta formativa per gli alunni. Tuttavia, ci preme sottolineare la farraginosità della procedura concorsuale che, ormai da anni, sembra voler condannare  i precari a una situazione di continua incertezza».

A livello nazionale stanno per essere presentate delle interrogazioni parlamentari: una soluzione, però, sembra destinata a restare appesa a un filo.

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