No al deposito di scorie nucleari in Sardegna, ma anche a «una manovra nazionale che viola il principio di insularità e di coesione economica e sociale». L’hanno ribadito i sindaci dei quattordici comuni individuati nella Carta nazionale delle Aree idonee allo stoccaggio, durante gli Stati generali convocati in Consiglio regionale, presenti Anci, Cal, i sindacati e il presidente della Regione Christian Solinas.

Al quale, ha annunciato la presidente del Cal Paola Secci in Aula, «chiediamo l’impugnazione della legge finanziaria in discussione in Parlamento, soprattutto per la scandalosa disparità di trattamento tra Sardegna e la Sicilia che beneficerà di uno stanziamento di 14,6 miliardi destinato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto che si tradurrà in collegamenti con l’Europa».

Ha aperto i lavori il presidente dell’Assemblea Michele Pais: «L’obiettivo di questa seduta, da cui scaturirà un documento unitario, è creare un terreno di confronto per stabilire una posizione comune della Sardegna da presentare al governo. Siamo già terra di servitù industriali, energetiche, carcerarie (abbiamo il più alto numero di criminali in 41 bis), non vogliamo l’ennesima servitù». Sono intervenuti il presidente dell'Anci Emiliano Deiana, i sindaci dei quattordici Comuni individuati dalla Carta e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. Ora è la volta dei capigruppo. Chiuderà il governatore Solinas.

© Riproduzione riservata