Alta tensione a Barcellona, dopo la raffica di arresti della polizia spagnola per smantellare l'organizzazione del referendum sull'indipendenza catalana previsto il prossimo 1 ottobre.

Dopo il fermo di 14 persone, ministri e funzionari del governo locale, circa 40mila persone sono scese in piazza per protestare in maniera pacifica, anche se non sono mancati momenti di attrito con le forze dell'ordine.

Il premier di Madrid Mariano Rajoy ha ribadito che la consultazione "non può svolgersi", perché "non è né legale né legittimo", mentre la situazione resta sotto i riflessioni della comunità internazionale.

Nel frattempo, anche dalla Sardegna sono arrivate manifestazioni di solidiarità alla battaglia catalana.

Prima quelle del governatore Francesco Pigliaru e poi quelle di Mario Bruno, sindaco di Alghero, città legata a doppio filo con la Catalogna.

"Credo - ha scritto Bruno in una nota - in un'Europa di popoli liberi e pacifici, uniti e distinti. Per questo sono solidale con il popolo catalano. Il processo in atto mi sembra irreversibile perché si sente che c'è un popolo che vuole autodeterminarsi. Pacificamente".

"C'è la storia che parla", ha aggiunto il primo cittadino - ed è una storia totalmente diversa da altre piccole cronache a noi vicine. L'ho visto chiaro in Catalogna. Il referendum è il modo per esprimerlo. Un diritto che non si può negare".

(Redazione Online/l.f.)

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