Antipasto di salame e tartufo, liquore tartufato alla menta e zucchero di canna, uova tartufate su pane carasau. Sono solo alcuni esempi di come utilizzarlo in cucina.

Sono quattro le specie di tartufo di pregio presenti in Sardegna: il nero pregiato, il nero invernale, quindi il tartufo bianchetto o marzuolo perché tipico del periodo di marzo e, infine, il principe dei tartufi sardi, il nero estivo o scorzone, proprio del periodo compreso tra maggio e luglio.

Se ne è parlato nel convegno a Sennori organizzato dall'associazione tartufai delle Sardegna e coordinato dal micologo e vicepresidente dell'associazione Renato Brotzu.

"La Sardegna è ricca di tartufi più di quanto ci si aspetti - ha detto il presidente dell'associazione tartufai isolani Enrico Lancellotti - e questo va visto come una risorsa economica. E le zone più ricche sono proprio quelle più depresse dal punto di vista economico".

Il tartufo sardo è però ancora poco valorizzato, ma può entrare a pieno titolo nella gastronomia locale come ha affernato Luigi Montanari, docente di tecnologia alimentare all'Università di Sassari.
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