Tari su del 2,5%, il Comune di Sassari: «Colpa dell'Istat, rafforziamo il servizio»
I costi della tassa sono l’accumulo di spese fisse e variabiliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un aumento del 2,5 per cento di media della Tari a Sassari. «Un valore- spiega l’assessore al Bilancio Giuseppe Masala oggi a Palazzo Ducale, nella seduta congiunta di II e VI Commissione- dovuto all’incremento dell’Istat, parametro che noi non possiamo governare».
I settori Ambiente e Bilancio hanno calmierato invece- nel Pef da 32 milioni e 488mila euro complessivi della gestione dei rifiuti- una cifra importante, equivalente a 2 milioni e 500mila euro, nata dalla somma non solo del parametro Istat- cresciuto da 750mila a 1 milione e 460mila euro, ma anche dagli 850mila euro causati da entrate previste e non incassate, e dall’ulteriore salita dell’Iva, dall’10 al 22%, con un aggravio finanziario di 250mila euro. «Nonostante questo- riferisce ancora Masala- abbiamo ridotto i disagi al minimo per l’utenza, e questo è un dato politico e, oltretutto, stiamo per rafforzare il servizio».
Con l’avvio da dopo l’estate, come ricordato dall’assessore alla Transizione ecologica Pierluigi Salis, della sperimentazione del porta a porta in altri due quartieri cittadini. «Possiamo incidere sulla tassa dei rifiuti- sottolinea quest’ultimo- solo migliorando la raccolta differenziata. Paghiamo 100mila euro di penale alla Regione perché non raggiungiamo la soglia del 65%, più 300mila ancora a Cagliari per l’ecotassa, oltre all’Iva già ricordata».
Nel corso della seduta, moderata dai presidenti Antonio Paoni e Walter Pani, è intervenuta anche Deborah Manca, responsabile dell’appalto dei rifiuti Gretas, ricordando che i costi della tassa sono l’accumulo di spese fisse e variabili, con le prime legate, per esempio, allo spazzamento delle strade o agli oneri del personale, mentre le seconde derivano, in buona sostanza, da quanto viene conferito. L’assessore Masala si è soffermato su alcuni numeri, entrando nel dettaglio dei pagamenti, e riferendo che la leva usata con cui si è potuto non pesare sui cittadini è stato il fondo svalutazione crediti. Un’altra comunicazione data nell’incontro è che, con buona probabilità, il pagamento della Tari slitterà di un mese, con la prima rata dovuta non più a giugno ma a luglio, la seconda il 30 settembre e la terza il 30 novembre.